L’attacco di Cammarata è diretto a Tantillo, il quale – forse non a caso – è il candidato numero uno alla presidenza del Consiglio: “Vi ricorderete certamente della Repubblica di Vichy che era ufficialmente indipendente, ma che in realtà era uno Stato satellite, alle dipendenze del Terzo Reich – scrive Cammarata -. È ovvio che, fortunatamente, a Palermo non c’era il Terzo Reich, ma la similitudine mi serviva per rendere chiaro cosa è accaduto in questi anni a Palermo in Consiglio Comunale. Un gruppo di consiglieri, guidato da Giulio Tantillo, che con fierezza e buone ragioni, avrebbe dovuto fare una dura opposizione, è stato, invece, totalmente asservito al Sindaco Orlando. Ora, io nei suoi confronti non nutro personali sentimenti di avversione, anzi, lo ritengo un abile manovratore, ma non credo che questo sia il modo corretto di fare politica”. Una cosa, secondo Cammarata, è certa: “la città ha voltato pagina e ha chiesto a gran voce al nuovo Sindaco ed al nuovo Consiglio Comunale una marcata discontinuità con la precedente amministrazione. Ma questo Giulio Tantillo, di cui si parla come candidato alla Presidenza del Consiglio Comunale, è lo stesso che era a capo della Repubblica di Vichy nella precedente Consiliatura? Il punto non è sposare un’idea oppure il suo esatto contrario. Si può, pure, ravvedersi e cambiare la propria posizione. Quello che non si può fare, è tradire la propria missione e pretendere di essere, pure, premiato”.