“Vittoria netta della Regione Siciliana al Tar di Palermo”. Così una nota di Palazzo d’Orleans. La seconda sezione del Tribunale amministrativo, con una sentenza depositata ieri, ha infatti respinto il ricorso della Absolute Blue contro il provvedimento adottato dall’amministrazione regionale, a seguito dell’accertamento disposto dal presidente della Regione Renato Schifani, con il quale sono stati annullati gli atti di affidamento diretto per la vicenda di “Casa Sicilia” a Cannes.

I giudici amministrativi (Cabrini presidente, Giallombardo estensore) – con una decisione che entra subito nel merito – hanno dichiarato la legittimità del provvedimento di autotutela adottato dall’assessorato al Turismo, perché l’aggiudicazione era avvenuta senza gara, in violazione del Codice degli appalti, e condannato la società ricorrente al pagamento delle spese legali quantificate in duemila euro. Per i giudici, infatti, la Absolute Blue non ha «dimostrato di essere titolare di diritti di esclusiva» e quindi la Regione «avrebbe dovuto vagliare l’esistenza di soluzioni alternative ragionevoli al fine di dimostrare che nel caso di specie, sarebbe stato necessario realizzare l’evento “Casa Sicilia” proprio in quell’hotel». Pur tuttavia, dalla sentenza del Tar emerge “l’eventuale condotta colposa” del’Amministrazione regionale per aver provveduto all’aggiudicazione senza gara, “in violazione” del Codice degli Appalti.

Resta, quindi, un ragionevole dubbio: chi è il vero responsabile di questo affidamento alla società di Patrick Nassogne? L’ex assessore Manlio Messina s’è tirato fuori, polemizzando con Schifani sull’iter che ha condotto al provvedimento (senza gara) e specificando che lui, in quel lasso di tempo, non fosse più assessore. C’era nel maggio scorso, però, quando si è trattato di inaugurare la prima edizione della mostra “Sicily, Women and Cinema”, che aveva dato il via a questo speciale sodalizio con Absolute.

Sembra immune anche Francesco Scarpinato, assessore al Turismo per una breve finestra in avvio di legislatura. Sarebbe stato nominato in seguito al fitto carteggio fra le parti e, dopo aver raccolto l’eredità del predecessore, avrebbe avallato in silenzio il decreto pubblicato dagli uffici il 20 dicembre (prima del polverone e dello scambio di deleghe con Amata). All’epoca dei fatti, insomma, sembrava esserci soltanto Schifani, che però è stato anche l’artefice della clamorosa marcia indietro, e per questo si vanta pure. Scommettiamo che tutta la colpa ricadrà sui due burocrati – l’ex direttore del dipartimento Fazio e il presidente della Film commission Tarantino – la cui firma compare sugli atti? E che la politica la farà franca come sempre?

Cinque Stelle: confermate responsabilità del governo Musumeci

“La pronuncia del Tar sul caso Cannes praticamente mette nero su bianco le responsabilità, già peraltro evidentissime, del governo Musumeci sull’operazione. Chi risponderà ora del danno di immagine fatto alla Sicilia? Se lo dovrebbe chiedere in prima istanza Schifani, che si è limitato a mettere in piedi un abile gioco delle tre carte, con un discutibilissimo cambio di deleghe tra assessori, per chiudere la partita. Sarebbe stato doveroso invece, da parte dell’attuale presidente della Regione, chiedere conto e ragione dell’opacissima gestione della vicenda ai suoi alleati romani, di cui evidentemente continua ad essere succube, come, tra l’altro, dimostra l’indecente sì al ddl Calderoli sull’autonomia differenziata”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Antonio De Luca. “Del sì del Tar allo stop al procedimento – conclude De Luca – comunque il governo non può certamente inorgoglirsi in alcun modo: se la vicenda Cannes non fosse finita sui giornali, infatti, tutto sarebbe proceduto senza senza alcun intoppo”