Ed è subito polemica. E siccome Carlo Ginzburg è il teorico della “microstoria”, ecco che da un dettaglio, da un nome poco noto, da un personaggio che ai più magari è sconosciuto, lo scrittore e saggista (figlio di Leone e Natalia Ginzburg, già docente di Storia a Pisa, Bologna e Los Angeles) accende la miccia. Proprio a Palermo (e da Palermo) dove è venuto a parlare del Premio Tomasi di Lampedusa che – giunto alla sedicesima edizione – gli verrà consegnato domani sera a Santa Margherita di Belice, il paese del Gattopardo.

Che dice Ginzburg a margine, ma non troppo, della conferenza stampa? Dice che è una vergogna che l’Università di Palermo abbia intitolato una borsa di studio al giurista e scrittore Giuseppe Maggiore, autore di quel saggio del 1939 intitolato Razza e fascismo che sposa in pieno le leggi razziali promulgate da Mussolini l’anno precedente sulla scia di quelle volute da Hitler in Germania. “Vorrei che fosse tolto questo riconoscimento ad un uomo che parlava di negri ed ebrei”, dice Ginzburg e per sottolineare quanto non sia vera la tesi accreditata dalla storiografia ufficiale che vorrebbe il Duce a rimorchio del Führer riguardo alle teorie sulla purezza della razza ariana, tira fuori una frase proprio dal libro di Maggiore in cui il giurista palermitano accredita al capo del fascismo l’originalità di quegli aberranti convincimenti, citando un articolo apparso sul Popolo d’Italia (di cui Mussolini era direttore) il 4 giugno 1919, ancor prima di marce su Roma e balconi di piazza Venezia.

La polemica scaturisce dal libro per il quale Ginzburg ha vinto il Tomasi di Lampedusa assegnato a quegli scrittori, storici, saggisti che abbiano intessuto, sotto vari profili, le loro opere con la figura dell’autore del Gattopardo. Il saggio si intitola Nondimanco (Adelphi) e si chiude con una noterella proprio sullo scrittore del  romanzo che sconvolse il mondo letterario ed editoriale alla fine degli anni ’50. Ginzburg avanza qualche sospetto antisemita perfino sullo stesso Tomasi che “nelle lettere ai cugini riporta qualche stereotipo sugli ebrei tranne poi a ritrattare stabilendo un distacco totale da quelle teorie e dal ventennio fascista”.

Polemica a parte, Ginzburg riceverà il premio a Santa Margherita di Belice dalle mani di Gioacchino Lanza Tomasi (che è anche presidente della giuria) nel corso di una serata che vedrà la partecipazione dell’attore Francesco Scianna e del cantautore Angelo Branduardi, alla presenza del sindaco della cittadina Franco Valenti (ben contento che nei suoi oltre tre lustri la manifestazione abbia contribuito a far annoverare Santa Margherita tra le “Cento mete d’Italia”) e del direttore del premio Gori Sparacino.

Lunga e titolata la lista dei vincitori: Abraham B. Yehoshua, Tahar Ben Jelloun, Claudio Magris, Anita Desai, Edoardo Sanguineti, Amos Oz, Javier Marias, Fleur Jaeggy, Valeria Parrella, Emmanuel Carrère, Fernando Aramburu e i premi Nobel per la Letteratura Kazuo Ishiguro, Mario Vargas Llosa e Orhan Pamuk.