Meloni über alles. I vincitori già
rilanciano su Covid e premierato

L'altra sera, festeggiando il cappotto elettorale inferto a quel che resta di Pd e Cinque stelle, Giorgia Meloni aveva messo a verbale con un largo sorriso: “Gli italiani apprezzano il lavoro del governo, ci danno un’ulteriore spinta a proseguire nella nostra azione”. Detto. Fatto. Poche ore dopo, nella conferenza dei capigruppo della Camera, la maggioranza ormai senza argini e soprattutto senza opposizione ha piazzato due colpi. Il primo: avanti sparati verso l’approvazione della legge contro la maternità surrogata. L’obiettivo: trasformare l’utero in affitto in un “reato universale”. La data dell’avvio della discussione nell’aula di Montecitorio è il 19 giugno. Il secondo colpo: mettere in calendario, entro il mese, il disegno di legge per istituire una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza-Covid. Continua sull'Huffington Post

Sanchez cade proprio ora che il
Pd aveva trovato il suo modello

Proprio adesso che il Pd aveva trovato il modello spagnolo, accidenti! Il governo di Pedro Sánchez si è dimesso. La sinistra iberica, che in Italia ispirava la lotta al decreto Lavoro e la proposta di introdurre il salario minimo, è lei ai minimi... termini. Le ricette sociali sono state bocciate dagli elettori. Pure la sindaca di Barcellona, Ada Colau, un autentico faro, quella di “guardiamo cosa hanno fatto a Barcellona, sono i nostri temi e la nostra identità” (Elly Schlein, 4 dicembre 2022), ha perduto malamente. E in effetti sembrava che il nuovo Pd avesse una sola grande passione nella vita: Colau, Sánchez, l’ambientalismo, e la sinistra spagnola che limita i contratti a tempo determinato. Era tutto nel programma di Schlein. Naturalmente in questo nuovo Pd, sia chiaro, hanno sempre..

L’uso politico di Sergio Mattarella
Nessuno è immune al populismo

Qualunque cosa affermi il presidente della Repubblica, anche la più innocente, perfino la più pacifica, la più scontata, si leva un "ooooh" che tutti accomuna: come se quelle parole, in quanto cadute dall’alto, avessero chissà quale rimbalzo epocale. Alcune volte è davvero così. Ci sono interventi pubblici che Sergio Mattarella pronuncia dopo avere scavato a lungo i problemi e, per un orecchio allenato, non è difficile riconoscerli in quanto se ne apprezzano la densità e lo stile del personaggio. Ne abbiamo sentiti di recente sulla guerra, sull’Europa, sul clima, sulle migrazioni. Ma la routine del Quirinale prevede una quantità di messaggi, una pioggia di lettere, una folla di comunicati, una miriade di resoconti, uno sciame di commemorazioni e di commiati che non hanno sempre lo stesso peso. Rientrano piuttosto nell’ambito..

Come il cuore di Palermo è diventato un’immensa friggitoria

E’ passato quasi un anno dal giorno in cui Roberto Lagalla è diventato sindaco di Palermo e riesce veramente difficile pensare che in tutto questo tempo non abbia mai percorso a piedi via Maqueda, il cuore del centro storico consacrato, dal suo predecessore, al Dio Pedone. Uno spettacolo disgustoso, un odore di fritto insopportabile, un suk tra i più lerci, uno spazio monumentale sottoposto ad ogni sfregio, una enclave senza legge per clandestini e bancarellari, un’invasione senza regole di sedie e tavolini, un’offesa a chiunque si avventuri a camminare lungo quella strada credendo di trovarsi in una società civile. Altro che rigenerazione urbana. La Palermo di via Maqueda – con la sua storia, le sue chiese, i suoi palazzi, i suoi irripetibili quattro canti – non esiste più. Una classe..

Mattarella, Mannino e la svolta democristiana del ‘83

Pochi giorni fa ad Agrigento, alcuni di coloro che avemmo una qualche parte o comunque partecipammo al congresso regionale della Democrazia cristiana, che si svolse proprio in quella città nel febbraio del 1983, ci siamo incontrati, per ricordare quell’evento e ribadirne l’importanza nella storia della Sicilia e del partito che allora aveva la maggioranza dei consensi ed era alla guida della Regione. Sollecitati da Enzo Di Natali e dalla sua associazione Evangelium Vitae, Rino La Placa, Enrico La Loggia, Angelo La Russa, Calogero Mannino e chi scrive abbiamo cercato di mettere in risalto l’esito di quel congresso che segnò una cesura nella storia della formazione dei cattolici per ciò che riguardava il rapporto di alcuni suoi settori con la mafia. Esso si svolse nel momento in cui le accuse da..

Silvio giù, Meloni su. Scarpinato
aggiorna la teoria sulle stragi

Le bombe negli anni Novanta le ha messe all’incirca Giorgia Meloni con Chiara Colosimo. Anzi: “C’è un filo nero da Rauti a Meloni, i neofascisti dietro le stragi”. E state a sentire, perché il ragionamento non fa una piega: Chiara Colosimo si è fatta una foto con Luigi Ciavardini, ex terrorista dei Nar, quindi è un po’ ex terrorista pure lei (anche se a quei tempi non era ancora nata) e dunque ha sostanzialmente e moralmente partecipato anche alle stragi mafiose degli anni Novanta, ai tempi della sua prima elementare, perché Stefano Delle Chiaie, ex terrorista che non era dei Nar ma di Avanguardia nazionale (quindi “cugino” terrorista di Ciavardini), nei giorni delle stragi di mafia stava a Palermo. Tutto chiaro, no? Chiarissimo. E’ infatti l’esito di questa straordinaria settimana..

Rai Fiume, il Cda si spacca
Ok alle nomine, Annunziata lascia

ai Fiume, la creatura è nata. Chiocci al Tg1, Corsini agli approfondimenti, Mellone al Day Time, Petrecca a Rai news. Questi sono i fiocchi Rai di Giorgia Meloni. Il parto è stato complesso. In cda, la presidente Rai, Marinella Soldi, ha votato “no” alle nomine dei nuovi direttori insieme a Bria (Pd) e Laganà (quota Rai). L’ad Roberto Sergio, con il suo forcipe, con la collaborazione (i voti) di De Biasio (Lega) Agnes (Fi) e l’’astensione di De Majo (M5s) ce l’ha fatta ugualmente: “E’ nata, è nata”. Lucia Annunziata, dal dolore, ha lasciato la Rai, intonando la canzone di Liberato: “A Rai, tene nuovo padrone. E cuieta, Lucia non se fida ‘e stà”. La Talpa d’Italia, il giornalista Rai di FdI, dice: “Lucia, ma vattenne. Arriva Monica Maggioni, ueueue...

Beni culturali. Così ci sbeffeggia il Corriere della Sera

Più che assessori alla cultura, assessori alle sagre. Gian Antonio Stella, sul Corriere della Sera, ne ha citati parecchi. E tra i politici che stanno al patrimonio culturale come i carboidrati alla dieta, non poteva mancare, ovviamente, il nostro vanto: Paolo Francesco Scarpinato. L’assessore di Fratelli d’Italia, che in prima battuta è stato “imposto” dall’alto – frutto della complicità tra Francesco Lollobrigida e il baldanzoso Balilla – è passato agli onori delle cronache, suo malgrado, per l’inciampo milionario di Cannes. Quand’era, ancora, responsabile del Turismo: “Sottufficiale, esperto in missioni all’estero, medie superiori all’istituto alberghiero – scrive Stella - il nostro è stato dirottato alla Cultura perché al Turismo dove stava, nella giunta di Renato Schifani, si era impantanato nell’appalto senza gara (poi revocato in autotutela per arginare inchieste giudiziarie) alla..

Caso Colosimo. Come la politica ha svuotato l’antimafia

Se alla sua presidenza non fosse stata eletta una parlamentare con discutibili frequentazioni, della ricomposizione della Commissione antimafia non si sarebbe parlato, o la notizia sarebbe stata liquidata in poche righe, come un evento di scarso interesse. Del resto pochissimo rilievo ha avuto la sua mancata composizione, nei lunghi mesi trascorsi dall’insediamento delle nuove Camere. C’è voluta una scelta inopportuna, a conferma, peraltro, della volontà del governo di procedere con il criterio dell’“abbiamo vinto e pertanto comandiamo” e di andare avanti senza prestare alcuna attenzione alle numerose proteste e non mettendo minimamente in conto l’intesa con le opposizioni. Le quali, peraltro, in spregio di ogni logica, non hanno partecipato alla votazione, uscendo anche dall’aula, per poi rientrarvi per ottenere due vicepresidenze. La vicenda ratifica l’irrilevanza di un organismo che continua..

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