Il Golia sovrastimato
di Palazzo d’Orleans

Per sette mesi si è gonfiato il petto, manco fosse il re di tutte le terre di Sicilia, e si è cinto il capo con una corona che gli desse un’investitura napoleonica: “Dio me l’ha data, guai a chi me la toglie”. Per sette mesi ha creduto di governare il partito come una chiesa dove l’unica messa cantata fosse la sua; ma una chiesa molto misericordiosa con gli infedeli, con i reprobi, con gli spergiuri e con chiunque gli baciasse la pantofola. Per sette mesi ha recitato la parte del Golia davanti al quale fuggivano gli eserciti. Ma all’improvviso arrivò un piccolo Davide – al secolo Gaetano Galvagno, 38 anni, presidente dell’Ars – che, con un colpo di fionda, ha abbattuto il gigante, ha fatto volare la corona e ha..

Così parlò Schifani
di ritorno da Anagni

Potremmo chiamarlo lo schiaffo di Anagni, ma obiettivamente Gaetano Galvagno non è Giacomo Colonna, detto Sciarra, e Renato Schifani non è Bonifacio VIII, il papa che, preso di mira dal re di Francia, aveva trovato rifugio nella piccola città del Lazio. Ma lo schiaffo c’è stato. Ed ha fatto rumore. Lo dimostra il fatto che Schifani, dopo il severo richiamo del presidente dell’Ars, non si è ancora ripreso. Balbetta, farfuglia, dice cose, cerca capri espiatori, promette verifiche e tagliandi, ma sostanzialmente non sa come nascondere la propria inefficienza di governatore della Sicilia e la totale inconsistenza della sua giunta. Leggete l’intervista che ha rilasciato a Livesicilia. Vi accorgerete che ogni risposta è avvolta nel borotalco del politichese. O, se preferite, nella cipria di chi ha bisogno di velare il rossore..

La Caritas di Schifani
in aiuto dei trombati

C’è un tempo per ridare vita ai pensionati e un tempo per dare un ricovero ai trombati. Non è un verso tratto dal libro di Qohelet, ma la cronaca di ciò che ha realizzato Renato Schifani nella sua breve permanenza a Palazzo d’Orleans. Nei primi tre mesi ha richiamato in servizio l’ex burocrate Salvatore Sammartano, l’ex magistrato Giovanni Ilarda e pure Elio Cardinale, ex preside di Medicina. Nei mesi successivi ha dato da mangiare agli sconfitti: ha assegnato sessantamila euro l’anno all’amico Gaetano Armao, bocciato nella corsa alla presidenza della Regione, e altri sessantamila all’amica Simona Vicari, che non ce l’ha fatta a diventare sindaco di Cefalù. Restano in lista d’attesa per un pasto caldo Giancarlo Cancelleri e Caterina Chinnici. Più che un governatore sembra un delegato della Caritas diocesana...

Al palazzo dell’Ars
serve un esorcista

I settanta deputati dell’Ars vengono pagati profumatamente ma non hanno un disegno di legge da discutere né un dibattito da affrontare: vivono da nullafacenti, come i divanisti del reddito di cittadinanza. Potrebbero dormire tutto il giorno ma devono combattere con le bizze spagnolesche – “cervantine e riberesche”, le avrebbe chiamate Giuseppe Antonio Borgese – di Renato Schifani, presidente di un governo che non governa. Il quale, anche lui nullafacente, tende a impicciarsi di cose che non gli appartengono e perciò saltella da Palazzo d’Orleans a Palazzo dei Normanni. Dove vede in ogni angolo il fantasma di Gianfranco Miccichè, il suo diavolo, e crede che tutti gli uomini che lavorano lì dentro siano suoi nemici. Pensate: vorrebbe cacciarli tutti in un colpo solo. A cominciare dal segretario generale. Credetemi, le preghiere..

L’eleganza di Cottarelli
e il baratto della Chinnici

Carlo Cottarellli, che è un economista di primissimo piano, si è dimesso da senatore. Era stato eletto con il Pd, ma l’arrivo di Elly Schlein al vertice del Nazareno “ha spostato il partito lontano dalle mie idee”. Da qui la rinuncia al seggio. Tutto un altro stile rispetto a Caterina Chinnici, transitata la settimana scorsa tra le file di Forza Italia e acclamata l’altro ieri alla kermesse milanese dei berluscones come simbolo della lotta alla mafia. La figlia del giudice Rocco, assassinato quarant’anni fa a Palermo, è stata eletta per due legislature al parlamento europeo nelle liste del Partito Democratico. Ma nel momento in cui ha deciso “di abbracciare i valori di Forza Italia” si è guardata bene dal lasciare il seggio di Strasburgo. Anzi. Da professionista dell’antimafia ha cambiato..

Alleluja, finisce
la guerra dei cieli

La Sicilia è salva. Donna Franca, consorte del presidente della Regione, Renato Schifani, ha potuto in questo weekend raggiungere Roma con un aereo Ryanair pagando appena 72 euro; contro quegli strozzini di Ita Airways che, per la stessa tratta, pretendevano una tariffa di 260 euro. Alla luce di questo importante ritocco dei prezzi, il Governatore annuncia che intende rivedere la propria posizione e, di fatto, chiudere la lunga ed estenuante guerra dei cieli. Basta dunque con le contumelie e con i ricorsi all’Antitrust. Scurdamoce ‘o passato, voliamo in pace. Risolta la questione del caro voli non facciamoci comunque troppe illusioni. Sui problemi che affliggono la Sicilia il presidente non intende ancora metterci la testa. Ha da distribuire una valanga di incarichi ad amici, suggeritori, consiglieri e consigliori. Un lavoro lungo:..

Ma ora sopra il re
comanda il viceré

Ci hanno detto che il commissario di Forza Italia per la Sicilia è Marcello Caruso, un bravo ragazzo al quale Silvio Berlusconi ha consegnato di suo pugno le mostrine del comando. Ma è un’illusione ottica e basta scorrere le cronache di questi giorni per capire che le questioni, interne ed esterne al partito, vengono risolte personalmente da Renato Schifani. Ci hanno pure detto che Renato Schifani, così impegnato su liti e rancori di Forza Italia, sarebbe in realtà il presidente della Regione. Se lo è stato, non lo sarà più. Da oggi le più delicate questioni di governo passeranno dalle callide mani di Gaetano Armao, un avvocato d’affari che è stato consulente non solo di Ezio Bigotti ma anche di Stefano Ricucci, due avventurieri di fronte ai quali tremano banche..

Era un bel partito
è diventato un taxi

Doveva essere il partito della libertà, liberale e libertario; doveva essere la casa dei moderati, dal grande respiro europeo e atlantico; doveva essere un punto di incontro per tutti coloro che credevano in un’economia ordinata, in un fisco sopportabile, in una giustizia giusta. E’ diventato un taxi. Senza colore, senza spessore, senza ambizioni. Il suo traguardo è spartire quattro incarichi di sottogoverno, tenere stretti gli amici e segnare a dito i nemici. Dove c’era slancio ci sono pigrizie, frasi fatte, accomodamenti. Dove si elaborava un futuro ora si amministrano rancori, risentimenti, livori. E’ il ritratto della nuova Forza Italia, quella presentata dal presidente Renato Schifani al Politeama: un taxi a disposizione di pentiti, spergiuri, impostori, funamboli, avventurieri; di chiunque abbia da barattare la dignità con un posticino da trenta denari.

La pagliuzza e le travi
della sanità siciliana

Da qualunque parte ti giri trovi abusi, ruberie, malversazioni. E’ il disastro della sanità siciliana: uno smottamento continuo dei livelli minimi di assistenza che il governo Schifani non sa come fronteggiare. In queste ore rullano a Catania i tamburi di un’inchiesta: la procura ha disposto quattro arresti e ha inviato un avviso di garanzia all’ex assessore Ruggero Razza: avrebbe raccomandato un amico per un incarico retribuito con diecimila euro: una cosuzza. Certo, i magistrati fanno bene a indagare sulle pagliuzze ma bisognerebbe pensare anche alle travi. Prendete l’Asp di Palermo. Da cinque mesi la capa, Daniela Faraoni, blocca i pagamenti. Con danni inestimabili per le strutture. Per scucire i soldi pretende che le rinnovino l’incarico per altri cinque anni. Forse è questa la vera, grande colpa di Razza: avere affidato..

Musumeci e la disfatta
del suo cerchio magico

Ma sì, lui – Nello Musumeci – l’ha avuta vinta. Per cinque anni ha evitato accuratamente di mettere un dito nell’acqua calda e quando si è presentato da Giorgia Meloni, per avere la giusta ricompensa, ha potuto mostrare le mani pulite. Ma per i tre del suo cerchio magico le cose non sono andate per il verso giusto. Ruggero Razza, ex assessore alla Sanità, è stato colpito ieri da un avviso di garanzia per corruzione. Manlio Messina, ex balilla del Turismo, si ritrova con due procure alle calcagna per gli sprechi di SeeSicily. Mentre Gaetano Armao, ex assessore all’Economia, ha guai pesanti col Fisco: l’Agenzia delle Entrate gli contesta tasse non pagate per oltre 600 mila euro. Tutti e tre invocano e meritano giustizia. In attesa mantengono un piedino alla..

Gerenza

Buttanissima Sicilia quotidiano online è una testata regolarmente registrata. Registro generale n. 223.
Registro della Stampa n.5 del 24/01/2018 presso il Tribunale di Palermo

Editore: Salt & Pepper S.r.l. Tel +39 091 7302626 P.IVA: 05126120822

Direttore responsabile Giuseppe Sottile

Change privacy settings

Contatti

+39 091 7302626
www.buttanissima.it
Via Francesco Scaduto, 2/D – Palermo
Questo sito è associato alla
badge_FED