Il presidente della Regione Nello Musumeci, che domenica a Catania ha ricevuto la seconda dose del vaccino Astrazeneca, ha disposto la conclusione delle “zone rosse” in Sicilia. Erano state istituite nei Comuni di Caltabellotta, Cammarata, Favara, Gela, Mazzarino, Riesi e San Giovanni Gemini. La revoca è stata adottata alla luce dell’entrata in vigore del decreto legge recante nuove misure di contenimento epidemiologico della pandemia. L’ordinanza, emanata sulla base delle relazioni dei dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali di Agrigento e Caltanissetta, ha efficacia dalla sua pubblicazione sul sito istituzionale, prevista per il primo pomeriggio di oggi.

“Abbiamo subito recepito i nuovi parametri che sono stati pubblicati la scorsa notte, dopo una impegnativa trattativa con il governo nazionale che ha accolto la proposta della nostra e delle altre Regioni. Da oggi prevale, dunque, per il cambio di colore il criterio della ospedalità, ma ai cittadini dei sette Comuni interessati e, in generale, a tutti i siciliani mi sento comunque di rivolgere ancora un richiamo al senso di responsabilità: completiamo la campagna vaccinale e adottiamo tutte le precauzioni per scongiurare nella nostra Isola una ricaduta”, ha detto il presidente Musumeci. Che proprio ieri, in un intervento al Tg4, aveva chiesto al governo nazionale di riaprire i ristoranti nei comuni in zona rossa. Ha fatto prima a revocare lui stesso le restrizioni.

La disputa col Garante sul censimento per i No Vax

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito la Regione siciliana e tutti i soggetti coinvolti (Asp, datori di lavoro, medici competenti) che i trattamenti di dati personali effettuati in attuazione dell’ordinanza n. 75 del 7 luglio 2021 del Presidente della Regione, in assenza di interventi correttivi, possono violare le disposizioni del Regolamento europeo e del Codice della privacy. Il riferimento è all’ordinanza con cui Musumeci, ha chiesto alle Aziende sanitarie “una ricognizione completa e aggiornata di tutti i dipendenti pubblici, del personale preposto ai servizi di pubblica utilità e ai servizi essenziali, degli autotrasportatori, del personale delle imprese della filiera agroalimentare e sanitaria, degli equipaggi dei mezzi di trasporto” allo scopo di “censire chi non è ancora stato sottoposto a vaccinazione e invitarlo formalmente a provvedere”. Nel provvedimento si legge, inoltre, che “in caso di indisponibilità o di rifiuto” a vaccinarsi, “il datore di lavoro dovrà, nei modi e termini previsti dai contratti collettivi, riassegnare il dipendente ad altro ruolo, che non implichi il contatto diretto con l’utenza”.

L’ordinanza, secondo il Garante, determina limitazioni dei diritti e delle libertà individuali che possono essere introdotte solo da una norma nazionale di rango primario, previo parere dell’Autorità. E per questo, in considerazione delle gravi violazioni riscontrate, ha ritenuto necessario intervenire tempestivamente per tutelare i diritti e le libertà degli interessati, prima che tali criticità producano i loro effetti. Il governatore non l’ha presa bene: “Mentre sulle colonne del Corsera un autorevole giuslavorista come il professor Ichino rivendica l’esistenza di norme nazionali che possono determinare perfino il licenziamento dei lavoratori, misura francamente sproporzionata, il Garante per la protezione dei dati personali- analizza Musumeci – si preoccupa di possibili, quanto inesistenti, lesioni alla privacy derivanti dall’invito alla vaccinazione dei datori di lavoro ai loro dipendenti. Si tratta di un atto giuridicamente non condivisibile, da parte di chi evidentemente non si rende conto di cosa sia una pandemia e come meriti protezione una Regione che non può permettersi nuove chiusure, senza mettere definitivamente a rischio l’economia e, quindi, il lavoro di migliaia di persone e la salute pubblica”.

Lo stesso professor Ichino – secondo Palazzo d’Orleans – evidenzia come non serva una norma nazionale per agire sui lavoratori, perché esiste già l’articolo 2087 del Codice civile che, in combinato disposto con gli articoli 15 e 20 del decreto legislativo 81/2008 (Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro), affida proprio ai datori di lavoro il compito di “adottare tutte le misure consigliate dalla scienza, dalla tecnica e dall’esperienza idonee a ridurre al minimo, se non azzerare, ogni rischio per la sicurezza e il benessere fisico e psichico del lavoratore”. Nel definire le preoccupazioni del garante “infondate e del tutto apodittiche”, Musumeci segnala che la decisione arriva “proprio nei giorni in cui da Roma vengono chieste informazioni ben più penetranti sul mondo della scuola”.

Il riferimento è alla richiesta formulata nelle scorse ore dal commissario nazionale per l’emergenza, Paolo Francesco Figliuolo, di avere le liste dei docenti No Vax entro il 20 agosto. Il generale, in vista del nuovo anno scolastico, ricorda che Regioni e Province autonome devono provvedere a “porre in essere le azioni necessarie a dare priorità alle somministrazioni nei confronti degli studenti di età uguale o superiore ai 12 anni” e ribadisce “la necessità di perseguire la massima copertura vaccinale del personale scolastico attraverso il coinvolgimento attivo di tali soggetti, quantificando e comunicando le mancate adesioni entro il prossimo 20 agosto”.

La decisione del Garante soddisfa, invece, l’europarlamentare della Lega, Francesco Donato: “L’autorevole intervento del Garante per la protezione dei dati personali non lascia spazio a dubbi: l’ordinanza del Presidente della Regione che prevede la ricognizione dei vaccinati sul personale pubblico non sanitario, gli inviti formali alla vaccinazione e i paventati provvedimenti sui non vaccinati previsti va immediatamente ritirata”. “Le perplessità che avevo espresso alla pubblicazione dell’ordinanza – continua – hanno trovato conferma nel richiamo ufficiale del Garante della privacy che evidenzia tutte le criticità in ordine ai diritti e alle libertà ma anche in materia di diritto del lavoro. Siamo davanti ad una stroncatura senza precedenti del quasi obbligo vaccinale in salsa regionale. Mi auguro che adesso oltre a modificare o ritirare l’ordinanza si usi maggiore buonsenso e prudenza per intervenire su queste materie così delicate”.

Obbligo Green Pass: in Sicilia +10% nelle prenotazioni

Effetto Draghi sulle prenotazioni dei vaccini, raddoppiate in poche ore in diverse regioni italiane. “Oggi abbiamo registrato un incremento delle prenotazioni che va da un +15% a +200% a seconda delle regioni. In Friuli Venezia Giulia abbiamo registrato un +6.000%”. Lo ha detto il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo al Tg5, sottolineando che si sta procedendo con 500 mila vaccinazioni al giorno. In Sicilia le prenotazioni hanno fatto segnare un aumento medio del 10%. Al sistema di Poste Italiane arrivano 600 prenotazioni l’ora. Molti, però, si recano direttamente negli hub dato che fino al 27 luglio continuano gli Open Days per la popolazione Over 12.

IL GREEN PASS OBBLIGATORIO ANCHE NEI RISTORANTI DAL 6 AGOSTO: LEGGI