L’ingresso di Luca Sammartino nella Lega potrebbe cambiare gli scenari della politica siciliana. Siamo già oltre la notizia: cioè il fatto che l’attuale deputato regionale di Italia Viva, che a Catania è stato rinviato a giudizio per corruzione elettorale, sta per accedere al Carroccio dalla sponda principale, quella di Matteo Salvini. Il ritardo nelle operazioni – che avrebbero dovuto (e potuto) concludersi già oggi con la presentazione in pompa magna – non intaccherà, a meno di sorprese clamorose, un percorso già segnato. Rimane il malcontento di alcuni dirigenti leghisti, il silenzio di Nino Minardo, le perplessità per le vicende giudiziarie di Sammartino, che avrebbero refluenze sul “piano morale”. Ma, soprattutto, l’avvento del deputato etneo (32 mila preferenza alle ultime Regionali, il più votato dell’Ars) rischia di scompaginare gli equilibri che lo stesso Minardo, in una lenta e puntuale opera di composizione del mosaico, aveva dato in questi mesi al Carroccio.

Sammartino è Sammartino: prendere o lasciare. Pesa l’impatto numerico, pesa la posizione sociale. E pesa l’età: si tratta di un giovane, con tutta la vita (politica) davanti. E pesano pure le compagnie: nel pacchetto, infatti, finirebbe la senatrice Valeria Sudano, un’altra parlamentare strappata a Renzi, che tornerebbe utile per una candidatura a sindaco di Catania (con buona pace di Salvo Pogliese). Sammartino, in questo quadro, sarebbe spendibile per una posizione in Parlamento, a Roma. Ad avvantaggiarsene – con vista su palazzo dei Normanni – sarebbe invece Anastasio Carrà, sindaco di Motta e suo amico di vecchia data. Nonché sponsor ufficiale.

In casa Lega sono ore concitate. Molte più concitate di alcuni mesi fa, quando venne accolto a bordo Vincenzo Figuccia, primo grande acquisto dell’era Minardo, capace in pochi giorni di prendersi il ruolo di coordinatore provinciale a Palermo. Sammartino, se andasse male, ha le porte di Forza Italia spalancate. Gianfranco Micciché sembrava disposto ad accoglierlo. Lo sarebbero un po’ meno Marco Falcone e gli altri catanesi: “Gli sfasciacarrozze vanno bene per gli altri partiti e non per noi”, ha detto tempo addietro l’assessore regionale alle Infrastrutture. Che per il momento si gode la vista da spettatore. Ultimo appunto non trascurabile: chiunque prenda in squadra Sammartino, ha la certezza di allontanarsi da Musumeci e da una sua eventuale ricandidatura alla presidenza della Regione. I due hanno avuto screzi molto pesanti anche in aula, quando il governatore ha espresso il desiderio che dell’ex renziano si occupassero “altri palazzi”. Quelli giudiziari. Italia Viva lo tacciò di squadrismo. Finì malissimo. E certe ferite non si ricompongono.

Salvini vede Minardo: tutte le decisioni saranno condivise

“Incontro tra Matteo Salvini e il coordinatore della Lega in Sicilia, Nino Minardo. Al centro del colloquio – si legge in un comunicato diramato dalla Lega – c’è stata la situazione politica dell’isola dove il partito è in costante crescita. Non a caso, Salvini e Minardo hanno fatto il punto sui possibili nuovi ingressi a livello nazionale, regionale e locale. Ogni decisione, hanno convenuto Salvini e il coordinatore siciliano, sarà presa coinvolgendo dirigenti e territorio. Minardo è già al lavoro sul dossier, con l’obiettivo di rafforzare sempre di più la Lega, aprendo le porte a donne e uomini motivati, capaci e di valore. Salvini, in queste ore impegnato a Roma per la riforma della giustizia, tornerà in Sicilia la settimana prossima. Con Minardo ha parlato anche di fondi europei e dei referendum sulla Giustizia approvati dall’Assemblea Regionale Siciliana”.