Con l’arresto di Paolo Ruggirello per associazione mafiosa torna sulla scena Rosario Crocetta. L’ex governatore della Sicilia, paladino dell’antimafia, è riapparso su Repubblica e non ha risparmiato critiche a Davide Faraone e il gruppo dei “renziani”, rei di aver accolto nel partito gente come Ruggirello e Nicotra (arrestato lo scorso anno anch’egli). “Quando si è posta la questione dell’arrivo nel Pd di Ruggirello – ha esordito Crocetta – sono stato tra i pochi dirigenti a non andare alla convention catanese che benediva i nuovi acquisti. Avevo avvisato del rischio che stavamo correndo sia l’allora vice-segretario Lorenzo Guerini, sia il segretario regionale Raciti che lo stesso Faraone. Ma Faraone garantiva la “purezza” dell’operazione. Ma bastava leggere i giornali per capire che non era così. In alcune intercettazioni chiamava i poliziotti “sbirri”. Insomma, cosa c’entrava con noi?”. Crocetta contesta la gestione Faraone, presente e passata: “Ha modificato geneticamente il partito. Credeva che le sue intuizioni estemporanee potessero essere la base per allargare il consenso. Un abbaglio”. E adesso? “Dovrebbe dimettersi dalla segreteria regionale del Pd”.