La Fondazione Federico II ha accolto oggi il ritratto marmoreo di Antonia Minore per proseguire nel progetto di valorizzazione delle più prestigiose opere scultoree presenti in Sicilia, per associare il valore del nostro patrimonio storico alla capacità di renderlo immortale e trasmissibile con le più importanti tecnologie contemporanee.

Il ritratto marmoreo sarà visitabile da domani, 30 novembre fino al 10 febbraio, a Palermo, nello spazio Meta di Palazzo Reale. Il ritratto, oggi identificato con Antonia Minore, risalente al I secolo d.C., è stato rinvenuto, così come le altre due “teste imperiali”, all’interno di due cisterne situate sull’Acropoli di San Marco e Santa Teresa a Pantelleria. Si tratta di ritratti marmorei di eccelsa manifattura, famosi per la loro bellezza e l’eccellente stato di conservazione. Le tre “capita” in marmo provenienti dall’acropoli romana dell’antico stanziamento di Cossyra sono oggi esposte all’Aeroporto di Pantelleria, all’interno di un’ampia sala già dedicata ai tesori sommersi recuperati dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana. Note in tutto il mondo, sono state in mostra nel 2004 al Museo Archeologico “Antonino Salinas” di Palermo e nel 2010 al British Museum di Londra.

La testa di Antonia Minore, madre dell’imperatore Claudio, venne ritrovata nella medesima cisterna in cui si trovava la testa di Cesare, al di sotto di una coltre di cenere che lascia ipotizzare un rogo cultuale per via della presenza di tracce di ossa animali ed elementi ceramici. Tali indizi potrebbero, con il relativo studio cronologico in merito alle ceramiche ritrovate, condurre alla conclusione che le teste realizzate in età giulio-claudia siano state deposte sotto la dinastia dei Flavi come possibile gesto di damnatio memoriae da parte della nuova famiglia egemone.

La raffinatezza esecutiva della scultura è per l’osservatore d’immediata evidenza nel capo finemente adornato dal diadema e nell’acconciatura dei capelli. Il ritratto marmoreo all’atto del ritrovamento e in un primo periodo venne identificato con Agrippina Maggiore (14 a.C.-33 d.C.). Altri esperti, basandosi su alcuni dati fisiognomici, vi rintracciarono in seguito Antonia Minore (36 a.C.-37/41 d.C.) che con il suo matrimonio con Druso, nipote di Augusto, unì la gens antonia e quella giulio-claudia.

Contribuì a dare inizio al percorso di emancipazione dal clichè assegnato alle donne in età romana.

La Fondazione Federico II accoglie il ritratto marmoreo di Antonia Minore, proveniente da Pantelleria. È l’opera d’arte originale che i visitatori potranno ammirare all’interno di μετα, lo spazio permanente tra arte e innovazione tecnologica che in soli sessanta giorni dalla sua apertura è stato visitato da più di diecimila cittadini-viaggiatori.

Grazie a μετα, Antonia Minore diventa immune al tempo e protetta dalla memoria attraverso riproduzioni in materiali eco-sostenibili. Nella dimensione di μετα, i visitatori si rendo-no conto in prima persona come l’innovazione consenta di en-trare in simbiosi coi beni culturali come mai successo prima.

L’opera è giunta a Palazzo Reale grazie alla collaborazione col Parco Archeologico di Selinunte, Cave di Cusa e Pantelleria. Il progetto è co-finanziato da Invitalia e dal Ministero della Cultura nell’ambito di Cultura Crea e nasce dalla partnership tra la Fondazione Federico II e Forma Rei onlus per lo sviluppo dell’innovazione tecnologica in ambito culturale.