A un anno e mezzo dalle elezioni Regionali, Claudio Fava ribadisce la propria disponibilità a esserci, a scendere in campo, per offrire un’alternativa a una stagione politica deludente rappresentata da Musumeci: “Un governo che ha fallito, con un presidente onesto ma rassegnato alla propria solitudine e alla propria collera. Essere perbene è una precondizione morale, non una garanzia di qualità politica e amministrativa. Musumeci si è avvitato su questa presunzione”, ha dichiarato a ‘La Sicilia’ il deputato dei Cento Passi. Il suo giudizio sull’operato del governatore è noto. La novità è un’altra. Fava, oltre a costruire un patto libero coi siciliani, intende coinvolgere nel progetto (“Ancor prima di un programmino ben stilato, servono identità, emozione, l’anima di un progetto civile”) anche truppe moderate: “Penso al Pd, ai Cinque Stelle, alla sinistra e anche a gruppi di moderati che sentono tutta la fatica, l’inanità, la delusione e l’umiliazione di questa stagione di governo”. Però, ammette il presidente della commissione Antimafia, bisogna saper “parlare a una parte significativa, abbondante di siciliani che sanno di non appartenere”, con i quali costruire “un patto di verità”.

La parte più difficile è quella dell’azione: “O tu riesci a smarcarti – ed è il senso di questa sfida, che è quasi un sentimento animale, viscerale, profondo – dai tanti comitati d’affari che in Sicilia sono da sempre un governo parallelo e trasversale, oppure non potrai governare, anche se sei una persona perbene. Bisogna costruire verità e autonomia con la propria comunità”. In questo Fava crede di essere già avanti: “Non sono un esponente di partito, non metto a disposizione forze, appartenenze, sigle. E non voglio sentirmi espressione di un segmento della politica. Io mi sento Claudio Fava, con i miei limiti e la mia forza. E vorrei governare questa terra da uomo libero, responsabile, umile ma libero. La mia è una libertà rispetto ai molti sistemi di potere rimasti intatti, alle rendite di posizione, alle riverenze”.

Tra i soggetti “altri” che lo ispirano ce n’è uno in apparenza molto distante dal suo sentire. Si tratta di Pietrangelo Buttafuoco, “con cui ho spesso elementi di sintonia, pur avendo percorsi e storie politiche diversissime. Poterci dire di pensarla allo stesso modo su alcune cose fondanti ci fa capire come alla fine sentirti libero, pur senza rinnegare le tue ragioni e la tua identità, non è qualunquismo da banalizzare. Ma una grande risorsa umana”. La sfida è stata lanciata: “Se è questo il tempo in cui affrontarla, non voglio tirarmi indietro”.