“Tutti a parole condannano, poi nessuno fa niente e i magistrati rimangono al loro posto”. Sono dichiarazioni al vetriolo quelle rese da Gaia Tortora, figlia di Enzo e vicedirettrice del TgLa7, al quotidiano Libero. La giornalista, invitata a fare una disamina sulla crisi del sistema giudiziario, non si tiene: “Quelli che come me credono ancora nella giustizia si ritrovano invece a filosofeggiare sul “sorteggio” dei membri del Csm, sul “voto singolo trasferibile”. Ma dài. E la gente comune resta a guardare tra errori giudiziari, giustizia lenta, corruzione. Mi chiedo come sia possibile che la gente non scenda in piazza a fare la rivoluzione, qua ci vorrebbe il lanciafiamme». Una parte della colpa, però, è anche dei giornalisti: “Un po’ sì. Davigo fa Davigo e noi lo invitiamo per vedere l’effetto che fa. Ma è vero che la maggioranza dei giudici è onesta. Dopo aver visto Palamara in trasmissione una magistrata giovane si è lamentata ché davamo spazio alla parte oscura senza parlare dei pm silenziosi, che tutti i giorni rischiano facendo il loro lavoro. Le ho risposto: dottoressa, ha ragione, ma svegliatevi, reagite, datevi una mossa. Ma molti non lo fanno per pigrizia, o perché hanno paura del sistema”.