Più che rimanere in carica per gli affari correnti, il governo a guida Nello Musumeci – che non ha ancora lasciato il timone a Schifani – s’è rivelato, fino alla fine, l’esecutivo delle lobby e delle proroghe. Come l’ultima, accordata qualche giorno fa dal dipartimento Trasporti, alle due compagnie di navigazione che gestiscono in concessione i servizi di trasporto marittimo con le isole minori.

Per una serie di intoppi non si riesce a espletare le gare d’appalto, e dal 2016 fioccano i rinvii. Liberty Lines, del gruppo dell’armatore Morace, gestirà i collegamenti in aliscafo fino al 31 dicembre: il procedimento di aggiudicazione dei lotti è stato sospeso poiché la Regione è in attesa del “completamento da parte delle autorità competenti delle verifiche antimafia” sulla compagnia in questione. Che, alla scadenza dell’ultimo contratto ad hoc (nel 2020) aveva ricevuto un paio di proroghe durante il Covid. La Caronte&Tourist, che si occupa di traghetti, ha invece ottenuto una ‘proroga tecnica’ fino al 28 febbraio 2023 dopo che le offerte per Eolie, Egadi e Pelagie “non hanno conseguito il punteggio minimo richiesto” e sono state dichiarate “non ammissibili”.

Nella forma è tutto trasparente: Liberty Lines e Caronte&Tourist, infatti, sono state le uniche società che hanno partecipato alle gare bandite lo scorso aprile della Regione, dopo un precedente avviso andato deserto. Pazienza se non riescono ad aggiudicarsele. Per evitare l’interruzione di pubblico servizio – aliscafi e traghetti garantiscono il trasporto persone e merci (comprese quelle pericolose) – la Regione ha scelto comunque di premiarle, accordando l’ennesima proroga e confermando la sussistenza di un duopolio da 67 milioni l’anno, cui vanno aggiunti 55 milioni per i collegamenti garantiti dallo Stato con Sns (una joint venture Caronte-Liberty) fino al 2028.

Eppure i disagi restano tutti. A partire dai tagli alle corse e dai ritardi frequenti. Con l’avvento degli orari invernali e una presenza turistica ancora accentuata, è esplosa la protesta di Federalberghi: “Siamo stati tenuti all’oscuro per lungo tempo sulle intenzioni di tagliare e aumentare le tariffe sulle corse essenziali statali e poco ascoltati nelle fasi che hanno preceduto la pubblicazione di bandi per i servizi integrativi quinquennali. E fino a dicembre oltre al danno, la beffa – ha detto Christian Del Bonio, presidente degli albergatori -. Il ritardo nell’assegnazione dei nuovi servizi pone le isole minori in una situazione di doppio svantaggio: da una parte il danno derivante dai tagli di navi e mezzi veloci imposti a valere sulla convezione nazionale, dall’altra – la beffa – il ritardo sull’assegnazione dei nuovi servizi regionali che non consente nemmeno di raggiungere l’obiettivo minimo (fissato dalla Regione) di mitigare parzialmente le penalizzazioni imposte sui mezzi statali”.

Sempre in tema di lobby, ci sono quelle del trasporto pubblico su gomma, che da decenni continuano a gestire in proroga, e in assenza di procedure di interesse pubblico, le tratte convenzionate. La Corte dei Conti, bocciando nel luglio scorso una proroga fino al 2022, ha chiesto di smantellare il sistema. L’affare vale nel complesso 168 milioni di contributi pubblici, a cui va sommato il fatturato proveniente dallo sbigliettamento, che garantisce introiti sempre alle stesse aziende: sono 86 quelle che gestiscono il trasporto extraurbano, 84 invece quelle del trasporto urbano. L’imprenditore Alessandro Scelfo e la sua famiglia, con tre distinti gruppi, gestiscono i principali marchi (da Sais a Segesta, passando per Etna Trasporti). Dopo lo stop della Corte dei Conti, per evitare guai ai pendolari, l’assessorato ha assegnato provvisoriamente il servizio alle stesse aziende facendo leva su un regolamento europeo del 2007 utile a garantire la continuità del servizio. La promessa di accelerare sulle nuove gare d’appalto, però, andrà onorata dal prossimo governo.

In questi anni, e in nome dell’emergenza, poche famiglie hanno continuato, invece, a coltivare un altro business redditizio: quello dei rifiuti. Un oligopolio che soltanto la magistratura, con l’inchiesta sulla Sicula Trasporti (finita in amministrazione giudiziaria), ha scalfito in parte. Ma i signori delle discariche c’erano e restano. Hanno avuto vita facile di fronte all’incapacità del governo di aprire nuovi impianti di trattamento e potenziare la differenziata, persistendo nella visione discarico-centrica che ha fatto di questi impianti obsoleti – per lo più privati – l’unica modalità per chiudere il ciclo. L’unica perseguibile, giacché togliere il pallino delle mani dei Catanzaro, dei Leonardi o dei Proto, avrebbe significato il de profundis per sindaci e amministratori, che già non sanno dove smaltire la monnezza in eccesso. E così, nonostante le numerose macchie giudiziarie dei protagonisti, messe in risalto da un’inchiesta della commissione regionale Antimafia, sono partite le proroghe, gli ampliamenti, le valutazioni di impatto ambientale, che, in assenza di alternative, hanno finito per far sopravvivere questo business enorme. Per i termovalorizzatori, ancora lungi dall’essere realizzati, sarà più o meno la stessa cosa: il sistema del project financing, individuato dall’Avviso pubblico, prevede che la gestione sia a carico della società aggiudicataria del bando (e di conseguenza i ricavi).

Le ultime proroghe di questo governo, in presenza di una legge che vietava le nomine negli ultimi 180 giorni della legislatura, sono state accordate ai direttori generali di ASP e ospedali, che hanno assunto le sembianze di commissari in attesa del prossimo governo. Ma il commissario straordinario per eccellenza resta quello della Foss, l’Orchestra Sinfonica siciliana, dove Nicola Tarantino, l’ex ufficiale della Guardia di Finanza nominato dall’assessore al Turismo, resiste alle intemperie più disparate, ivi compresa l’assenza di un Cda dimissionario che la politica ha scelto di non rimpiazzare. Manlio Messina, per restare in tema, si è rivolto ad altre lobby (cui non ha concesso proroghe, ma un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, questo sì) per l’organizzazione di eventi ciclistici o promozione turistica. Non è soltanto una questione di soldi o di poltrone. Ma di etica, questa sconosciuta.