Ci sarebbe anche l’ex assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera, tra i venti funzionari “promossi” a dirigenti nei Consorzi di bonifica siciliani. Lo scrive l’edizione odierna di Repubblica. Lo scatto di carriera dell’esponente forzista, peraltro, sarebbe avvenuto durante la sua permanenza nella giunta Musumeci, che si concluse a gennaio 2021 a seguito dell’avvicendamento con Tony Scilla. Ma neppure quest’ultimo è indenne dalle polemiche.

La vicenda, infatti, fu sollevata nel marzo 2021 da una nota sindacale. L’assessore all’Economia Gaetano Armao istituuì una commissione ispettiva allo scopo di fare luce e la relazione fu pronta a luglio: “Il costo delle promozioni dirigenziali è sicuramente non sostenibile”. Secondo gli ispettori regionali “sorgono notevoli perplessità sulla legittimità delle delibere che pongono l’intero costo a carico della Regione, non prevedendo invece la quota a carico dei consorzi”. Quella relazione sarebbe dovuta finire in assessorato ma a ritirarla fuori dai cassetti impolverati, circa un anno dopo, fu il dirigente del dipartimento Dariio Cartabellotta, che solo a giugno 2022 assunse la vigilanza dei Consorzi. Resta una vacatio incolmabile, durante la quale a presidio dell’assessorato c’era proprio Scilla. Che oggi a Repubblica si giustifica: “Noi abbiamo messo in moto la macchina con la commissione ispettiva, ma poi non ricordo in che modo si sia deciso di procedere”.

Il risultato, assai più attuale, è un esposto alla Corte del Conti per presunto danno erariale. E’ quello che ha depositato Luigi Sunseri, deputato del M5s e presidente della commissione UE all’Ars, in seguito all’ultima richiesta di sospensiva: quella con cui il commissario del Consorzio di Bonifica della Sicilia Orientale, Giuseppe Spartà, ha chiesto di mandare in stand-by la revoca intimata dal dirigente Dario Cartabellotta in merito a una serie di delibere che, nel 2020,  senza il parere dei revisori dei conti, avevano trasformato una ventina di fuzionari in dirigenti. Con conseguente aggravio per le casse della Regione.

“La Regione – ricorda Sunseri – non ha dato seguito alla riforma dei consorzi di bonifica del 2016, gli stessi consorzi che hanno fatto perdere 500 milioni di euro del PNRR. Una riforma che prevede tra l’altro la riduzione del numero dei dirigenti. A fine del 2020 – spiega ancora il deputato – vi sono delle delibere di alcuni consorzi di bonifica con cui si promuovono dei funzionari a dirigenti a tempo indeterminato. Probabilmente alla base di queste promozioni vi era la volontà di dribblare le procedure di mobilità interna trovando una giustificazione ‘forzata’ nel timore di una soccombenza giudiziale dei consorzi, nei giudizi con i dipendenti che avevano rivendicato l’inquadramento dirigenziale. Ciò, però, in assenza di una sentenza che si fosse espressa a favore dei dipendenti”.

“Soltanto nel gennaio del 2023, ovvero dopo tre anni e due governi, la Regione Siciliana tramite il dipartimento per l’agricoltura chiede ai commissari straordinari dei Consorzi di Bonifica della Sicilia Orientale e Occidentale di revocare le delibere di promozione illegittime. La storia però non si ferma qui – sottolinea Sunseri – infatti passa appena un mese ed il neo commissario straordinario della Sicilia Orientale nominato dal governo Schifani, decide di ‘sospendere il procedimento amministrativo diretto all’adozione delle revoche per un approfondimento della questione’ e ‘fino a nuova comunicazione’. Praticamente un provvedimento di sospensione che non indica neppure il periodo di tempo in cui viene sospeso, praticamente un documento totalmente illegittimo. Nel frattempo i dirigenti restano tali, senza alcun concorso, senza alcuna procedura e con stipendi nettamente più alti. Molti siciliani nel frattempo vedono l’acqua con il contagocce nelle proprie case. Vediamo se la Corte dei Conti riterrà normali queste promozioni”, conclude Sunseri.