L’Italia si tinge di giallo, a tratti di bianco, e dà il via alle riaperture.

Siamo invasi ormai da questa notizia rincuorante attraverso tutti i mass media e, così, anche la moda, un settore come molti costretto ad annullare gli appuntamenti tradizionali, le fashion week, nella maniera a cui eravamo abituati, si accinge con ottimismo alla riapertura del fashion system.

A inaugurare per primo il nuovo inizio sarà Giorgio Armani, tra l’altro fu tra i primi a chiudere tutto nel pieno della pandemia nel 2020 per salvaguardare la salute dei propri invitati, e tornerà a sfilare in presenza. Un ottimo segnale per la moda, per l’economia e per l’umore di tutti. Ma anche una decisione ben ponderata, a seguito dell’attuale miglioramento della situazione sanitaria. Fanno sapere dalla casa di moda, che sarà comunque monitorata la situazione dei contagi e saranno rispettate le norme comportamentali di distanziamento e utilizzo della mascherina.

Gli appuntamenti sono fissati per lunedì 21 giugno a Milano, per la collezione maschile primavera-estate 2022 in via Borgonuovo 21, location che ospitava storicamente i défilé del marchio; l’altro a Parigi, il 6 luglio, per la settimana dell’alta moda con Giorgio Armani Privé. Ambedue alla presenza del pubblico. Quest’ultima, sarà presso la sede dell’Ambasciata d’Italia, luogo simbolico che sottolinea l’importanza della moda italiana nella capitale dell’Haute Couture. Altro segnale attraverso il quale la moda vuole sostenere il nostro paese, che con forza si sta sollevando dal baratro degli ultimi mesi.

Già nel 2021 per ‘aiutare’ Milano a risollevarsi, Armani aveva spostato la presentazione di questa storica sfilata sotto la Madonnina. Una decisione che fu molto apprezzata anche dal sindaco Beppe sala, che ringraziò pubblicamente “Re Giorgio”. Questo passo segna una svolta nel mondo moda, dopo un semestre in cui tutti gli habitué delle passerelle sono stati stravolti, sperimentando nuovi format per la presentazione delle collezioni, per le sfilate e le campagne vendita in showroom. La situazione pandemica è stata solo il motore per l’accelerazione di un cambiamento già in atto, ma sicuramente il ritorno in presenza non sarà un passo indietro.

Le fashion week digitali, che hanno portato a una democratizzazione della moda, non andranno perse. Il modo di presentare le collezioni è diventato sempre più efficace e interessante. La consapevolezza che è sbagliato vedere fisico e virtuale come due rette parallele è stata raggiunta: il ruolo del digitale non è quello di sostituire l’esperienza fisica e di relazione, ma di aumentarla e arricchirla.