All’inizio lo chiamavano restitution day. Ed è ancora una buona pratica, dalle parti di Montecitorio, portare il mega assegno dei risparmi in piazza, scattarsi qualche foto di rito, e tornare nei palazzi con la coscienza più pulita. Il Movimento 5 Stelle l’ha sempre fatto. E non ha perso il vizio nemmeno all’Assemblea regionale siciliana, dove in due legislature (ma una è appena cominciata) ha già restituito 5 milioni, usati per il microcredito alle imprese o per la beneficenza. Ma la polemica di questi giorni – con alcuni deputati grillini che hanno esibito gli scontrini dell’Ars, dicendo che costa più della Casa Bianca – ha fatto tornare a galla le vecchie ruggini con Gianfranco Miccichè, che si erge a strenuo difensore delle istituzioni. Il presidente dell’Assemblea, dopo aver minacciato una querela per vilipendio nei confronti di Stefano Zito, il componente del Consiglio di presidenza che ha realizzato il report sui costi di palazzo dei Normanni (senza includere quelli del palazzo in quanto tale), è passato al contrattacco. Smascherando, con l’impeto che gli appartiene, il bluff della restituzione degli stipendi da parte dei deputati pentastellati: “E’ tutto un grande imbroglio” ha dichiarato Miccichè.

In realtà, a ogni rinuncia dei Cinque Stelle sembra corrispondere una lauta contropartita. I conti li ha fatti “Repubblica”, affidandosi ai dati del sito ufficiale del Movimento, in cui compare la rendicontazione delle singole voci. Ed è emerso, ad esempio, che Giancarlo Cancelleri, l’ex candidato alla presidenza della Regione, a ottobre abbia restituito 2.300 euro, ma ne avrebbe poi “recuperati” 800 per l’affitto, 400 per i biglietti di treni e aerei e 779 per i rimborsi benzina. Alla voce “restituzione” si oppone quella dei “rimborsi spesa”. “Io lo stipendio me lo tengo e pago tutto, sia hotel che ristoranti, coi miei soldi” ha attaccato Micciché. “Loro no. Fingono di restituire i soldi, ma poi se li riprendono con gli interessi”.

Tra i movimenti più curiosi, c’è quello che riguarda la deputata Roberta Schillaci, che nel solo mese di agosto ha “trattenuto” 1500 euro per bar e ristoranti. “In realtà – si è opposta lei – sono al primo mandato e ho sbagliato a rendicontare. Ho fatto iniziative sul territorio e ho caricato tutte le spese sotto quella voce”. Vitto. Il capogruppo del M5S all’Ars, Francesco Cappello, a ottobre ha restituito 2.900 euro ma ha trattenuto un migliaio di euro per la benzina. Luigi Sunseri, che ad agosto ha lasciato nelle casse dell’assemblea oltre 4.500 euro, a dicembre ha ottenuto 600 euro di rimborso per hotel e b&b. Nel circo dei Cinque Stelle, dove spesso si compiono buone azioni ma si finisce, fatalmente, per amplificarle, c’è anche il caso dell’onorevole Sergio Tancredi, che a ottobre ha restituito appena 800 euro su uno stipendio lordo che supera gli 11mila. Nessuno, però, si sogna di definirlo un disonesto.