Gianfranco Miccichè ha perso la pazienza. Non ha più voglia di assistere inerme a quello che lui stesso chiama “il massacro delle istituzioni”. L’ultima conferenza stampa dei 5 Stelle, in cui i costi dell’Ars risultavano superiori a quelli della Casa Bianca e in cui si imputava all’Assemblea di produrre poco e guadagnare tanto (“Costa ai siciliani 1000 euro al minuto” c’era scritto nel report consegnato ai giornalisti) ha irritato il presidente dell’Ars. Che a caldo ha riflettuto, ma poi si è scagliato sui grillini. In particolare su Stefano Zito, che ha messo a punto lo studio e sbandierato ai quattro venti, assieme ai colleghi Cappello e Pagana, gli sprechi della politica siciliana: “Un deputato che fa parte del Consiglio di presidenza – attacca Miccichè –, che di fatto è il consiglio d’amministrazione dell’Assemblea regionale, approva il Bilancio prima che vada in aula. E non può non sapere che i 137 milioni del Bilancio dell’Assemblea riguardano più voci e non solo il costo della politica”.

Quali?

“Intanto una premessa. Rispetto a due anni fa, quando non ero ancora presidente dell’Ars, chiediamo alla Regione 5,5 milioni in meno. Segno che se qualcuno ha dato dimostrazione di voler risparmiare, quello è il sottoscritto. Punto due: Zito sa benissimo che sul Bilancio dell’Assemblea incidono altre voci. Noi abbiamo in carico il palazzo dei Normanni. Tutti sanno come è diventato con l’apertura del portone e di nuovi spazi, col rifacimento del giardino reale. Cose che nessuno ci regala, ma evidentemente si pagano. Ma non è mica un costo della politica”.

Altre voci?

“Noi paghiamo le pensioni di deputati e impiegati, mentre nel resto del mondo vengono erogate dall’Inps. Fa parte del Bilancio, ma anche questo non mi sembra un costo della politica. E poi siamo l’unica istituzione regionale – proprio perché siamo un parlamento e non un semplice Consiglio – che paga i dipendenti. Altrove sono a carico della Regione, qui dell’Ars. Vuol dire che paghiamo anche 170 stipendi l’anno”.

Dietro i costi dell’Ars, quindi, non c’è solo la politica. E la storia dei mille euro al minuto?

“Lui prende questi 137 milioni, che poi sarebbero 35 o 40, e li divide per i minuti d’aula. Ma l’aula rappresenta un decimo del nostro lavoro, forse meno. Io lavoro tutto il giorno, ma non vado mai in aula. Incontro i sindacati, i rappresentanti delle categorie, accolgo i capi di Stato. Ho un’agenda piena d’impegni. E poi ci sono le commissioni, che si riuniscono ogni giorno. Qui c’è la volontà di dare in pasto all’opinione pubblica dei dati non falsi, ma falsificati. Se dici che l’Ars costa 137 milioni, ma ometti che la metà di quei soldi servono per il mantenimento del palazzo, sei un farabutto. Se dividi il totale solo per i minuti d’aula, e non per il lavoro effettivamente svolto, sei farabutto due volte”.

Davvero vuole denunciarli?

“Ho chiesto ai miei avvocati se ci sono le condizioni per fare una querela. La costituzione italiana prevede il vilipendio nei confronti delle istituzioni. Continuare a massacrare le istituzioni e infangare la Sicilia con dati non veri, non è più tollerabile. A noi ci odiano tutti perché pensano che facciamo chissà cosa… E questo è colpa di gente come Zito. In tutte le altre regioni non c’è nessuno che spara a zero contro il proprio operato. Lo considero un fatto di slealtà istituzionale molto pesante”.

Si è chiesto che vantaggio ne avrebbe il M5S?

“Tutto nasce dal fatto che hanno perso le elezioni. Prenda il dato dei 390 disegni di legge del Movimento 5 Stelle, che li pone in vetta alla classifica di produttività. Come si spiega che i 21 presentati dagli altri gruppi parlamentari siano stati tutti trasformati in legge?”.

Ma è anche vero il contrario. Che delle proposte dei 5 Stelle nessuna sia diventata legge. Perché?

“Vada a leggerli. Propongono di destinare cinque milioni in un mese alle famiglie povere. Producono leggi fasulle e sbagliate, che a volte non possiamo portare neanche in aula. Se ne presenti uno al giorno, e mai nessuno risulta corretto, vuol dire che lo fai soltanto allo scopo di poter convocare una conferenza stampa e dire che sei stato il più bravo. Oppure per andare in giro e urlare nei comizi che nessuno te lo lascia fare. La maggior parte di quei disegni di legge sono inutili”.

Però il fatto che non si legiferi abbastanza, non è sinonimo di lentezza?

“Questo è la cosa da correggere. Glielo ripeto: noi non lavoriamo soltanto in aula. E’ come se all’operaio dicessi che il suo lavoro è soltanto quello di avvitare. Che nel momento in cui non avviti e fai altre cose, è come se non lavorassi. L’aula è un decimo, forse un cinquantesimo, del nostro lavoro. Dal 1947 l’Assemblea si riunisce due volte a settimana. E’ così da sempre, tranne quando si approva una Finanziaria. La verità è che ora mi sono scocciato – non personalmente, ma da presidente dell’Assemblea – di questo continuo vilipendio. E ho deciso di passare al contrattacco”.

Con le denunce?

“Non solo. Guardate il sito del Movimento 5 Stelle. Dicono di tagliarsi lo stipendio ogni mese, ma è una bugia colossale, una grossa menzogna, un imbroglio. Versano tremila euro in un conto e se li riprendono con gli interessi, come rimborsi spesa. Fanno solo finta di restituirli. C’è una deputata palermitana che ad agosto ha ottenuto tremila euro di rimborso solo per pagarsi il ristorante. E’ tutto finto, non si tagliano niente”.

Durante la conferenza stampa di martedì hanno chiesto anche di modificare il regolamento e di introdurre la decadenza per i deputati che, senza giustificazione, non si presentano in aula per tre volte di fila.

“Sono ridicoli. I deputati hanno già una penalizzazione, se non vengono perdono soldi. Mi dicano piuttosto dove vogliono risparmiare: leviamo gli stipendi ai dipendenti? Leviamo i soldi dal mantenimento del palazzo e lo facciamo crollare? I grillini non hanno ancora capito che la politica si fa ascoltando la gente. Andando sul territorio, cercando di capire le esigenze e tornando qui a Palermo per risolvere i problemi. Invece continuano a rompere sul fatto che guadagniamo tutti troppo”.

Non guadagnate male…

“Quello che guadagniamo – uno stipendio più che normale – ci serve per fare politica, per stare nei territori. Quando ci sono delle elezioni, chiunque sia candidato, non fa altro che girare per il collegio, cercare di risolvere problemi e ottenere consenso. I grillini non hanno idea di cosa siano i problemi della gente”.

Le ultime elezioni regionali in Sardegna e Abruzzo rivelano, forse, che la luna di miele coi 5 Stelle è finita.

“E’ necessario che la gente capisca con chi abbiamo a che fare. E credo lo stia capendo. Conosco tantissime persone che, dopo aver votato 5 Stelle, non lo faranno più. E loro stanno impazzendo. Così adottano l’unico linguaggio che conoscono bene: “tagliamo, tagliamo, siete tutti ladri…”. Ma io dove potevo tagliare ho tagliato. I costi della politica non sono più quelli di dieci o quindici anni fa”.

Resta un altro contenzioso. La Regione non ha impugnato la norma sui vitalizi contenuta nella Legge di Bilancio dello Stato. O taglierete i vitalizi agli ex parlamentari, o verranno trasferite meno risorse da Roma.

“Intanto chiamiamo le cose col loro nome. Qui non si parla di vitalizi, quelli li abbiamo già tolti: si parla di pensioni. Vogliamo togliere la pensione a chi ce l’ha da vent’anni? Io non lo faccio. Mi devono obbligare sennò non lo faccio. Sono una persona serie e ci tengo a sottolineare che non è per difendere una mia posizione personale. E’ la seconda volta che vengo eletto deputato regionale, e la prima volta la pensione non mi è neanche scattata. Non ho diritto a vitalizi, né pensioni del passato. Sono sempre stato un deputato nazionale e il danno me l’ha già combinato Fico (sorride). Togliere la pensione a chi ha svolto per anni il suo lavoro, e l’ha fatto anche bene, è demagogia. E poi, per favore, sottolinei bene un concetto…”.

Quale?

“Il taglio della pensione agli ex deputati è un regalo a chi ha rubato. Perché chi ha rubato non ha bisogno della pensione. Mille o duemila euro in più al mese non gli cambiano la vita. Solo chi ha fatto bene il proprio lavoro rischia di essere rovinato. Questo è un regalo che viene fatto ai ladri, è istigazione a delinquere”.