Il titolo c’è già: costa più della casa Bianca. L’ultimo report del Movimento 5 Stelle, consegnato ieri ai giornalisti di palazzo dei Normanni, fa emergere la lentezza dell’Ars nel legiferare. Soltanto 21 leggi approvate nel 2018 a fronte dei 294 disegni di legge presentati. Manca la concretezza. Sono Stefano Zito, Elena Pagana e Francesco Cappello, il capogruppo grillino in assemblea, a comparire e dissertare dati alla mano. Il parlamentino siciliano, nel 2018, si è riunito per appena 87 giorni, per 246 ore e mezza di lavori. E siccome l’assemblea sborsa 15 milioni di stipendi per retribuire i deputati, è come se ogni minuto trascorso in aula costasse ai contribuenti la cifra di mille euro. Troppi. Gli attacchi, per nulla velati, sono diretti al presidente Gianfranco Micciché e al governatore Nello Musumeci, perché “il governo regionale non esercita il suo potere di iniziativa e così determina l’inconcludenza dell’Ars. I tempi inoltre così sono dettati dalla tenuta degli accordi in seno alla maggioranza”.

I costi dell’Ars superano di un milione, secondo Zito (l’autore del report), quelli della Casa Bianca, la sede della presidenza (non del congresso) americana: 137 milioni a 136. Un bel primato secondo i Cinque Stelle, che poi rivendicano il proprio impegno sciorinando un altro dato: il 45% dell’attività parlamentare – sono compresi ddl, mozioni, interpellanze ecc – portano la loro firma. Insegue il Pd con 20%. E alla fine la rivendicazione degli uomini di Cancelleri: “Vogliamo lavorare di più perché sappiamo di costare tanto”. Finora in un anno è stato volto il lavoro di un operaio full time di un mese e mezzo. Ora due proposte: far decadere i deputati assenti (senza giustificazione) per tre volte di fila e poi una proposta di modifica al regolamento per imporre delle sanzioni pecuniarie a chi non si presenta in aula”. Ma la commissione Regolamenti fin qui è stata riunita solo un paio di volte. Toccherà fare gli straordinari per accettare le proposte del Movimento.