Due miliardi di disavanzo da smaltire, di cui uno subito. E’ durissima la reprimenda della Corte dei Conti nei confronti del governo della Regione. Questa mattina i giudici contabili hanno emesso il giudizio di parifica sul rendiconto 2018, che rimandavano da quasi sei mesi. Al termine di trattative frenetiche col governo, lo scenario della Sicilia peggiora: “La Regione non ha saputo nemmeno raggiungere gli obiettivi minimi che si era prefissata – ha spiegato il consigliere della Corte dei Conti, Luciano Abbonato, durante la lettura del dispositivo della sentenza -. Il risultato d’amministrazione di dubbia attendibilità rappresenta ancora notevoli profili di opacità”. La Regione siciliana dovrà trovare, e appostare nell’esercizio finanziario per il 2019, le coperture, pari a 1,103 miliardi di euro, del disavanzo.

“L’esame comparato dei principali saldi risultanti dai documenti costituenti il ciclo del bilancio 2018 della Regione siciliana – scrivono i giudici nella relazione – dimostra l’inefficacia delle politiche pubbliche rispetto ai vincoli di riduzione del deficit di bilancio e del disavanzo di amministrazione intrinseci al quadro normativo e ribaditi più volte”. Tuttavia la Corte riconosce che le criticità “vengono da molto lontano e stanno emergendo con maggiore chiarezza man mano che i principi dell’armonizzazione assumono carattere di effettività nella contabilità regionale”. La Corte ha fatto più volte riferimento alle anomalie riscontrate nei documenti di una manovra finanziaria ritenuta “inconsistente”, e precisato che la Regione dovrà trovare due miliardi al più presto: una parte dovrà essere appostata nel prossimo esercizio finanziario, il restante miliardo da qui a fine legislatura. Inoltre, “né il Defr 2018-2020, né il bilancio di previsione – pur essendo stati approvati ad esercizio ampiamente in corso – né l’assestamento, sono informati al rispetto del principio di continuità degli esercizi finanziari, per non parlare degli esiti dei giudizi di parifica, al punto che, in talune fasi, l’attività della Regione sembra abbia avuto, piuttosto, finalità elusive”.

Durante la requisitoria, e prima che la Camera di Consiglio si riunisse per emettere la sentenza, il procuratore generale Maria Rachele Aronica aveva specificato che “non si conosce la reale situazione economico-finanziaria di tutte le società e di tutti gli organismi partecipati con possibilità di emersione di ingenti debiti di cui dovrà farsi carico la Regione”.

Per la prima volta nella storia dei giudizi di parifica è intervenuto il presidente della Regione, Nello Musumeci. “Mi conforta non essere mai stato responsabile degli elementi che hanno generato questa crisi. Abbiamo però la responsabilità di fare fronte a quanto ora emerge. La Corte dei conti conferma il disastro finanziario della Regione accumulato negli ultimi 25 anni. Peccato che in passato nessuno se ne sia accorto, a tutti i livelli. Ora si pretende che il governo Musumeci risani ogni cosa in ventiquattro mesi. E chi ieri fra i deputati ne è stato responsabile, oggi trova spudoratamente il coraggio di dare lezioni. Vergogna! Ci vorranno anni per sanare le ferite di una Regione fondata quasi sempre su sprechi, clientelismo e assistenzialismo. E noi abbiamo finalmente cominciato la bonifica”.

I CINQUE STELLE: RIFORME O A CASA

Dai Cinque Stelle interviene il deputato Luigi Sunseri: “Se Musumeci vuol esser credibile a Roma occorre che si presenti con un piano di riforme tale che possa rassicurare il governo nazionale sulla buona volontà di quello regionale nel sanare un bilancio ormai distrutto dalla mala politica in anni e anni di malefatte sulle spalle dei siciliani. Se non intende farlo ha due strade: Dimettersi o spegnere tutte le luci di ospedali, scuole e città e mettere in vendita Palazzo d’Orleans. Si prevede – prosegue Sunseri – un periodo davvero nero per la nostra terra. Faremo in modo che il governo centrale ci dia una mano. Per l’ennesima volta vogliamo essere chiari. Quello che dice la Corte l’ho detto decine e decine di volte in aula e in commissione Bilancio: ripianare il disavanzo di un bilancio in archi temporali troppo ampi, rispetto all’ordinario ciclo di bilancio, presenta profili di incostituzionalità perché ciò ha evidenti ricadute negative in termini di equità”.

FAVA: E’ FINITA LA FAVOLA DI MUSUMECI

“Oggi la Corte dei Conti mette definitivamente fine alle favole raccontante dal Governo Musumeci. Quello che più imbarazza è la certezza che questo governo non ha soluzioni e idee, privo della necessaria autorevolezza e forza parlamentare per affrontare seriamente l’emergenza finanziaria. La necessità di recuperare, nel complesso, oltre due miliardi produrrà, in mancanza di interventi urgenti, un devastante effetto a catena soprattutto sulle fasce più deboli della nostra regione”. Lo ha detto il deputato dei Cento Passi Claudio Fava.

SAMMARTINO: MUSUMECI RIFERISCA IN AULA

“Il giudizio della Corte dei Conti sui conti della Regione certifica il disastro. Musumeci deve abbandonare l’arroganza e l’atteggiamento del “saper fare tutto da solo” e presentarsi subito in Aula dicendoci da dove vuole iniziare a razionalizzare la spesa. Oggi più che mai la Sicilia ha bisogna di dialogo e di concertazione tra il Parlamento e il Governo”. Lo ha detto il deputato di Italia Viva, Luca Sammartino. “E’ il momento – prosegue il parlamentare etneo – di portare avanti e insieme riforme capaci di destrutturare la tradizionale spesa pubblica che tiene nella palude i siciliani. Si sforzi di aprire un confronto costruttivo con il governo nazionale per accompagnare alcuni percorsi di alleggerimento della spesa”.

LUPO: MUSUMECI NON FACCIA A SCARICABARILE

“Il presidente Musumeci ricicla la vecchia scusa dello scaricabarile, la colpa è di sempre ‘di chi c’era prima’, non è mai sua. Ma dimentica un particolare: se non fosse stato per il PD, che a settembre alla ripresa dei lavori d’aula ha bloccato il maxiemendamento con le norme dei ddl ‘collegati’, oggi la Sicilia sarebbe ad un passo dal fallimento”. Lo dice Giuseppe Lupo, capogruppo PD all’Ars, a proposito delle dichiarazioni del presidente della Regione Nello Musumeci in merito al giudizio di parifica della Corte dei Conti. “Quel pacchetto di norme estratte dai ‘collegati’ – aggiunge Lupo – sarebbe stato il colpo del ‘KO’ per le nostre finanze. Se oggi la Sicilia non è ancora affondata sotto il peso degli sprechi e delle clientele proposte da governo e maggioranza, lo si deve soprattutto al PD ed all’opposizione che hanno bloccato un’operazione che avrebbe avuto conseguenze pesantissime”. “Invece di vantarsi per meriti che non ha – conclude Lupo – il presidente Musumeci dovrebbe ringraziare il PD per aver salvato le finanze regionali, e soprattutto dovrebbe assumersi le sue responsabilità: ormai sono più di due anni che governa, ci dica come intende uscire da questa crisi finanziaria invece di prendersela sempre con gli altri”.