Padellaro, nella sua invettiva contro il conferimento delle onorificenze agli uomini del regime, condanna “gli stermini in Cecenia e in ogni altra regione da normalizzare, meglio se attraverso l’uso indiscriminato di armi chimiche. Gli oppositori eliminati col polonio, o altrimenti rapiti con la complicità dello sgherro bielorusso per poi essere murati vivi in una cella. La repressione sistematica e violenta del dissenso. La limitazione, fino alla soppressione, dei più elementari diritti individuali”. E conclude: “Conoscere le motivazioni grazie alle quali certi fiorellini di campo (tra cui un ex Kgb) sono stati onorati e ossequiati a nome e per conto della Repubblica italiana potrebbe sicuramente meglio definire il carattere della nostra bandiera nazionale. Non il tricolore, bensì l’ipocrisia”.