Della prima tranche da 30 milioni di euro stanziati dalla Regione sotto forma di aiuti alimentari (alias “buoni spesa”) i Comuni ne hanno speso 8,6, poco meno di un terzo. Secondo i calcoli del Giornale di Sicilia, infatti, appena 27.100 famiglie in tutta la Sicilia (e soltanto 227 Comuni su 390) avrebbero beneficiato dei soldi promessi da Musumeci a marzo dello scorso anno, in pieno lockdown, per bruciare sul tempo il governo nazionale, che nelle ore successive avrebbe stanziato 400 milioni per tutta Italia. Ma differenza dei soldi arrivati dallo Stato, quelli della Regione sono molto più complicati da rendicontare. Ciò ha portato molti Comuni a rinunciare e alcuni, come quello di Palermo, avrebbero fatto ricorso a un paio di funzionari regionali per sbloccare l’impasse. Fin qui con scarsissimi risultati. Nella Legge di Stabilità approvata il 2 maggio scorso all’Ars, inoltre, i milioni stanziati per l’emergenza alimentare sono 100, di cui 70 (la seconda tranche) vincolati a una rimodulazione di fondi extraregionali che non ha ancora visto la luce. Motivo per cui, alla fine questa enorme operazione di facciata, 90 milioni potrebbero rimanere inutilizzati. E là fuori la crisi morde.