Dopo qualche tempo di malmostoso autoesilio, occupato a scrivere sul blog di turbine eoliche portatili o a produrre sguaiate difese del figlio accusato di stupro, Beppe Grillo è tornato a occuparsi di politica. Nel giro di una settimana ha confermato l’irriformabilità della regola dei due mandati, e ha cercato di condurre il semileader del Nuovo Movimento cinque stelle, Giuseppe Conte, in visita all’ambasciata di Cina.

L’irriformabilità della regola dei due mandati – secondo la quale tutti i caporali grillini fra meno di due anni se ne andranno a casa e adieu, e si dice di Luigi Di Maio, di Alfonso Bonafede, di Vito Crimi, di Paola Taverna eccetera – è stata giustificata con l’esigenza di non perdere la purezza rivoluzionaria dell’anima, il disinteressato spirito di servizio popolare indisposto alle lusinghe della carriera. Continua sull’Huffington Post