Povera Palermo. Abbandonata, sfregiata, oltraggiata. Arriva l’assessore alla Mobilità e ci ruba lunghissime fette di strada per dare spazio alle biciclette: un monumento al ciclista inesistente. Poi arriva il Giro d’Italia e mette sotto sequestro le principali vie del centro, chiuse per oltre dieci ore alle automobili e anche ai pedoni: altro monumento a un ciclismo che non ha mai fatto battere il cuore a questa città; che conta pochi tifosi e non richiama un vasto pubblico perché il Covid scoraggia le due fitte ali di folla. Il sindaco Orlando, volendo, poteva cogliere l’occasione per rattoppare le strade e rendere più sicura la volata dei campioni. Invece ha scaricato tutti i disagi sui palermitani senza neppure ricompensarli con la copertura di una buca. In questa città senza capo né coda anche il Giro, che avrebbe dovuto divertirci, è diventato un supplizio.