“Gli scenari sono presidenzialismo, semi presidenzialismo o premierato”. Alla prima delegazione che entra nella biblioteca della Camera, quella del Movimento 5 stelle, Giorgia Meloni propone tre scenari. Hanno come minimo comun denominatore un’elezione diretta, che sia del Presidente della Repubblica piuttosto che del premier in questa fase interessa il giusto, cioè poco e nulla. L’obiettivo, spiega una fonte vicina alla presidente del Consiglio, è registrare possibili convergenze su uno dei tre modelli, e poi da lì partire per una discussione.

A sera quel che passa nel setaccio è veramente poco. L’unica apertura incassata è quella del Terzo Polo, che si dice disponibile a valutare il modello del così detto “sindaco d’Italia”. Sul resto è notte fonda. Giuseppe Conte si dice disponibile all’ipotesi di una bicamerale, come camera di compensazione del confronto, ma chiude all’elezione diretta dei ruoli di vertice delle istituzioni. Elly Schlein esce dall’incontro che è ora di cena e sciorina una serie di priorità che sono agli antipodi con quelle di Palazzo Chigi: sfiducia costruttiva, riforma della legge elettorale, rafforzamento del referendum e soprattutto limitazione della decretazione d’urgenza. Insomma, dove l’una vuole rafforzare il ruolo del governo, l’altra chiede che vengano aumentate le prerogative del Parlamento. Continua sull’Huffington Post