La tentazione, personale, è quella di archiviarla come l’ennesima boutade, che fa sorridere solo perché sciocca e non divertente. Vuoi perché il personaggio, Flavio Briatore, è quello che è, vuoi perché di battute fuori luogo ne ha dette eccome. Tipo quella: “io non so come uno possa vivere con mille e trecento euro”, alla faccia di tutti quei poveretti che con quella cifra ci campano una famiglia. O quell’altra, che “in Puglia e in Sicilia si va solo per mangiare”, non per la cultura. O quando sosteneva che “la donna che non lavora ha più tempo per rompere i maroni”: tranquillo, una rompipalle è per sempre!

E allora quando a proposito del Sud dice che il reddito di cittadinanza gli “sembra una follia perché paghi la gente a stare sul divano. Sul divano ci sono già, adesso lo fanno gratis, e se poi addirittura li paghi, prenderanno il divano a due piazze”, la tentazione è appunto quella di catalogarla per l’ennesima sparata. O peggio, tutti a gridare allo scandalo, alla lesa maestà.

Basterebbe passarsi una mano sulla coscienza. Senza generalizzazioni, per amor di dio. Che sono sempre stupide. Però se aveste toccato con mano l’approccio al lavoro di tanti palermitani, qualche dubbio vi verrebbe. Vi verrebbe quando un operaio esulta se è licenziato perché può incassare la disoccupazione e intanto fare qualche lavoretto in nero. Guadagnare di più con il minimo sforzo insomma.

Vi verrebbe se provaste a selezionare il personale per un’azienda, o meglio se provaste a selezionare gente che è venuta a chiedere un lavoro in quell’azienda e dopo due ore (quando quel lavoro glielo vogliono dare) non risponde più al telefono. O quando vieni a chiedere un lavoro bis, ti fissano un colloquio e dopo mezz’ora richiami: ho la febbre, posso venire fra una settimana, manco avesse la febbre malarica.

Vi verrebbe quando osservi gente che ha un lavoro regolare e una busta paga e appena può si dà malato mentre è sanissimo se, altrove, deve lavorare in nero. Vi verrebbe se al primo giorno di prova te ne vai dopo due ore perché la sera prima hai fatto tardi e bevuto un po’ e al secondo giorno vuoi dettare tu le regole (che poi sono lavorare la metà e guadagnare di più).

Ecco, ora a Briatore vogliamo dare torto poi?