Ricordate gli ombrelloni e le spiagge affollate? O i bagni “rubati” a Mondello, in attesa del primo sole? Bene, quest’anno non s’ha da fare. La Regione ha ufficialmente cancellato l’inizio della stagione balneare, che in un precedente decreto aveva fissato per il primo maggio. Tutto rinviato. “In Sicilia – fanno sapere da palazzo d’Orleans – almeno per ora, la stagione balneare non partirà. L’avvio, previsto per legge il primo maggio, è stato sospeso a data da destinarsi. La decisione rientra tra le iniziative di contenimento del contagio da Coronavirus, adottate dall’assessorato alla Salute. Sono stati sospesi, per adesso, anche tutti i lavori di campionatura delle acque”. Il rimbombo delle parole del capo della Protezione Civile Borrelli, sono giunte fino in Sicilia. E’ probabile che le misure, appena prorogate fino al 13 aprile, possano subire l’ennesimo slittamento (metà maggio?).

Il mare, di per sé, rappresenta un’inesauribile fonte di ricchezza per l’Isola. Non è soltanto uno strumento di svago, o una forma di villeggiatura. A circa tremila concessionari, che tutti gli anni locano una porzione di demanio pubblico, permette di vivere e guadagnare. Ma l’indotto è molto più ampio di quanto non faccia credere questo numerino, e in tanti rischiano di finire sul lastrico. Proprio qualche mese fa l’Ars, recependo una legge nazionale, aveva prorogato le concessioni demaniali fino al 2033. Ma per quest’anno – è l’unica discreta notizia – i proprietari di chalet, lidi e stabilimenti balneari non dovranno pagare un centesimo. La norma è inserita nella bozza di Finanziaria che il governo regionale dovrebbe trasmettere entro la prossima settimana al parlamento regionale: “Non sappiamo ancora – afferma l’assessore al Territorio Toto Cordaro – se la stagione risulterà completamente compromessa ma, in ogni caso, l’esonero dal pagamento dei canoni demaniali potrà contribuire ad agevolare la ripresa economica delle attività turistico-balneari. Un settore che, al pari di tantissimi altri, inevitabilmente subirà un forte contraccolpo da ciò che stiamo vivendo. Nessuno, comunque, sarà abbandonato e, se necessario, studieremo nuove e più importanti misure di sostegno”.

Qualche giorno fa alcuni concessionari avevano avanzato delle richieste ben precise, tra cui la sospensione dei canoni delle concessioni, ma anche la cassa integrazione in deroga con pagamento diretto da parte dell’Inps e senza alcuna anticipazione da parte delle aziende; un premio per le aziende che non eseguono licenziamenti sotto forma di credito di imposta; un indennizzo di 1000 euro per almeno sei mesi per i titolari di imprese; prestiti in conto corrente di euro 50 mila euro garantito dalla Regione e senza interessi. Le risposte non possono tardare.