Incredibile ma vero. Il Bullo è diventato all’improvviso una pecorella smarrita. Nei quattro mesi in cui avrebbe dovuto preparare le carte necessarie per mettere il parlamento nelle condizioni di dare un futuro alla Sicilia, lui se n’è stato a giocare e a sfasciare, a tramare e a complottare, a spartire consulenze e a cercare affari. Ha vissuto, manco a dirlo, la sua vita da Bullo. Ora si sente con l’acqua alla gola e cerca appigli, farfuglia pretesti, scarica le colpe sui burocrati, millanta crediti che non ha. Ma nessuno gli dà più ascolto. Nemmeno i compagnucci di Palazzo d’Orleans. Neppure il il Presidente dell’onestà-tà-tà, quello che per cinque anni gli ha concesso la libertà di piritolleggiare nel governo e di devastare il sottogoverno. E vorrebbe travestirsi da ometto mansueto. Forse è arrivato all’ultimo miglio. O all’ultima impostura, scegliete voi.