“La musica è la mia vita”. Sembra una frase fatta ma chi come Kate Worker ha lavorato duro per fare di quest’arte un mestiere sa cosa significa. “La musica è una grande compagnia nella solitudine e nelle difficoltà che mi ha fatto ritrovare la voglia di parlare”. E così, lo spettacolo dal vivo e tutto quello che avviene sul palco è solo una faccia della medaglia. Le luci si accendono. È il tempo di “Broadway 2.0”, il 19 aprile l’appuntamento è nello storico jazz club “Blue Brass” al ridotto dello Spasimo alle 21.30. Va in scena Kate Worker con il famoso pianista jazz Riccardo Randisi, compagno nella vita oltre che sul palco da tre anni. I due rendono un omaggio alla tradizione del musical con la riproposizione di alcuni dei brani più evocativi della tradizione americana con un’esecuzione di arrangiamenti originali targati Worker-Randisi dove affiorano e si amalgamano perfettamente sia la conoscenza jazzistica di Riccardo che la visione musicale trasversale ed europea della Worker.

Nato come ibrido dell’operetta, al musical è legato il nome di Broadway. La 42esima strada di Manhattan crea per la prima volta un vero e proprio spettacolo americano che definiva un gusto d’oltreoceano e non aveva nulla a che fare con ciò che stava accadendo in Europa. Alcuni tra i più grandi compositori americani come Gershwin, Porter e Kern hanno scritto capolavori indimenticabili per i musical di Broadway divenuti famosi “standards jazz”, resi immortali con le interpretazioni dei più grandi jazzisti americani.

Kate, nata nel pop e nel rock tra Palermo e l’Inghilterra, vive la musica da più di dieci anni. Prima come hobby poi come lavoro. Il suo timbro caldo e avvolgente, e “il suo naturale swing insieme all’ottima pronuncia della lingua britannica, la rendono perfetta nella riproposizione di un repertorio dedicato a Broadway”, racconta Randisi. Katuscha Massaro, il vero nome di Kate Worker, è cresciuta a pane e spettacolo. Da bambina gli studi in danza classica e contemporanea e teatro-danza fino a vent’anni. Poi le esperienze pop e rock tra Palermo e Bristol con le cover band e il tributo ad Alanis Morisette in un locale in via Principe di Belmonte. A 20 anni il primo lavoro nel marketing e nell’editoria poi come manager in aziende come Sony Italia oltre ad una passione sconfinata per tutto ciò che è immagine che si tratti di grafica, fotografia o video. Per quattro anni un percorso di studi in canto jazz al Brass Group. Di strada ne ha fatta!

Il primo concerto a Palermo è stato al Malaluna, lo storico locale di Ezio Gonzales aperto nell’ ’87 quando in città si respirava un’aria di fermento. La moda stava cambiando, i ragazzi amavano ritrovarsi per ascoltare musica dal vivo mentre le discoteche stavano per uscire di scena. A motivare la spola tra Palermo e l’Inghilterra è la passione e la vita che Kate ritrova nell’arte. Sogna in lingua inglese, parla in lingua inglese. Anche il nuovo disco, il primo (in lavorazione) sarà in inglese con inediti scritti in buona parte da lei tra musica e testo oltre a standards americani riarrangiati in chiave pop ed elettropop oltre che jazz.

Un impegno creativo a 360 gradi quello di “Kate” come la chiamano gli amici e gli ascoltatori. Un impegno che oggi riempie buona parte della sua vita. Il concerto al Blue Brass vedrà al suo fianco Riccardo Randisi al pianoforte, Giuseppe Costa al contrabbasso e Paolo Vicari alla batteria. Il 27 aprile il duo Worker-Randisi aprirà l’International Jazz Day di Siracusa con il progetto “A Waltz for You” di Riccardo Randisi.

Kate Worker oggi figura nel catalogo degli artisti dell’Abeat Records for Jazz e vanta una collaborazione nell’ultimo lavoro discografico “A Waltz for You” di Riccardo Randisi, per la quale sta riscuotendo riscontri positivi da parte della critica specializzata: “Le scritture originali della fluente impressionistica “Intro Bill Evans”, l’eleganza nell’idillio evanescente di “A Waltz for You”, nell’effervescente Bop di “My Old Friends” e nel fascino della vocalità di Kate Worker in “Joy Spring”, scrive Fabrizio Ciccarelli per “Roma in Jazz”. “Da segnalare anche lo standard di Clifford Brown “Joy Spring”, in una versione intima piano e voce con un’intensa interpretazione di Kate Worker”, dice Francesco Mirenzi su “Vinile”. E infine “Un’inaspettata e sorprendente versione del classico di Clifford Brown, “Joy Spring” ci regala, inoltre, la presenza della voce di Kate Worker che con espressività e dolcezza dialoga con Riccardo in modo pressoché perfetto”, scrive Dado Moroni nelle note di copertina dell’album.