Oltre 150 amministratori locali in rappresentanza di altrettanti Comuni si hanno sfilato stamattina davanti Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione Siciliana, per richiamare l’attenzione dell’Assemblea e del Governo Regionale sulla situazione di crisi delle ex province. Promotori di questa “Marcia su Palermo” i deputati regionali Vincenzo Figuccia e Danilo Lo Giudice e il Sindaco Metropolitano di Messina Cateno De Luca.

Intervenendo in piazza e prima di essere ricevuti dal Presidente dell’ARS Micciché e dal Presidente della Regione Musumeci, i tre hanno illustrato i motivi della protesta. Per Figuccia “la situazione di collasso di alcuni servizi affidati alle ex Province è ormai sotto gli occhi di tutti, vi sono decine di comunità del tutto isolate da strade ormai impraticabili per assenza di manutenzione; centinaia di cittadini letteralmente impossibilitati ad uscire dai propri comuni e quindi impossibilitati a fruire di servizi essenziali.”

A richiamare l’attenzione sulla situazione di crisi delle piccole comunità è anche Danilo Lo Giudice che oltre che deputato regionale è anche sindaco del Comune di Santa Teresa Riva. “Dal Governo regionale abbiamo registrato primi segnali di una positiva attenzione, ma è necessario che sia a livello regionale sia a livello nazionale si comprenda che gli enti intermedi svolgono servizi essenziali per le nostre comunità: dalle scuole superiori alla viabilità, alla protezione civile. Soprattutto per i Comuni più piccoli, la crisi delle ex Province si traduce nella materiale impossibilità di veder garantiti servizi essenziali. Anche per questo occorre trovare soluzioni stabili e durature, che diano certezza anche nel medio e nel lungo periodo, oltre l’emergenza attuale.”

Infine Cateno De Luca ha a sua volta ribadito che “la protesta non è contro qualcuno ma per i territori, anche se certamente occorre che tutti comprendano la gravità della situazione. Oggi siamo di fronte ad una evidente disparità di trattamento fra le ex province siciliane, dove sembra già una conquista l’aver ottenuto la disponibilità di 100 milioni di euro, e quelle del resto d’Italia alle quali il governo nazionale ha garantito risorse ben più cospicue”. Lo stesso De Luca ha annunciato l’impegno del governatore Musumeci, che ha chiesto ad Armao la convocazione di un tavolo urgente a Roma per affrontare la questione e tentare di risolverla. All’incontro, questa volta, dovrebbe partecipare lo stesso De Luca. Che poi ha infierito contro l’assessore all’Economia Gaetano Armao, chiedendone le dimissioni: “Abbiamo chiesto al Presidente del Parlamento siciliano on. Gianfranco Miccichè di affrontare l’argomento in aula perché è indegno un accordo che tende a salvare (forse!) cinque province e ne assevera il fallimento delle altre quattro compreso Messina. Dopo l’ammissione di colpa e la conferma del grave delitto consumato per ammazzare il territorio chiedo che l’Assessore Armao rassegni immediatamente le dimissioni. Mi farò promotore di una apposita mozione di sfiducia parlamentare nei confronti di Gaetano ARMAO che si è dimostrato per l’ennesima volta inadeguato al ruolo che ricopre”.

MUSUMECI: “UNICO ACCORDO POSSIBILE”

“Non è il miglior accordo, ma l’unico possibile per le disponibilità finanziarie da parte dello Stato. Abbiamo dovuto scegliere tra una soluzione tampone, che ci consentisse di salvare dal dissesto 5, 6 ex Province, e il non fare nulla. Abbiamo optato per la prima”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, incontrando a Palazzo d’Orleans una delegazione di primi cittadini dell’Isola, guidata dal sindaco metropolitano di Messina Cateno De Luca, in merito all’intesa raggiunta a Roma per il futuro delle ex Province. Alla riunione erano presenti anche l’assessore all’Economia Gaetano Armao, i deputati regionali Vincenzo Figuccia e Danilo Lo Giudice, i sindaci di Priolo Gargallo Pippo Gianni e di Giardinello Antonino De Luca, il capo di Gabinetto e il coordinatore della segreteria tecnica del presidente della Regione Carmen Madonia e Giacomo Gargano. I sindaci hanno segnalato l’impossibilità, in molti casi, di poter approvare un bilancio triennale, così come previsto dall’attuale normativa finanziaria. Un problema che ha una ricaduta in tema di appalti pluriennali che utilizzano i Fondi sviluppo e coesione. Per questo motivo, il presidente Musumeci chiederà un appuntamento al competente ministro per il Sud Barbara Lezzi, affinché possa essere trovata una soluzione procedurale idonea.