Ci sono 46 bambini, in una clinica per far nascere bambini, a Kiev, in attesa di una “mamma”. Sono il prodotto di una maternità surrogata che, a causa del Covid, piangono da soli, assistiti da infermiere che corrono qua e là per cambiare i pannolini e allattarli col biberon. La storia, raccontata sull’Huffington Post dal direttore Mattia Feltri, è emozionante e drammatica al tempo stesso. Emozionante perché questi neonati, rimasti senza la madre naturale (che non può prendersene cura) né la madre “committente”, che non ha ancora potuto vederli dal vivo per la chiusura delle frontiere, piangono e si disperano, provocando più di un tuffo al cuore. Drammatica perché Feltri, collegandosi alla pagina di BioTexCom (center for human reproduction) ha trovato una sorta di listino prezzi per “ottenere un bambino senza farlo”: si va dal pacchetto più economico, garantito dalla pratica dell’ovodonazione/embriodonazione, che costa 4.900 euro, al pacchetto “vip” della maternità surrogata, che costa 49.900 euro. Di questi 46 bambini, che strimpellano a tutte le ore sperando nella terraferma (una casa), undici andranno a famiglie italiane. Quell’Italia dove la maternità surrogata è una pratica vietata dalla legge.