La morte di Calogero Rizzuto per Coronavirus
Si è spento, all’età di 65 anni, il dirigente regionale Calogero Rizzuto. L’attuale direttore del parco della Neapolis, Eloro e Villa del Tellaro si trovava ricoverato in prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Umberto I di Siracusa. Lascia la moglie Rosaria e i figli Audenzio e Giovanni. L’alto funzionario dei Beni culturali era stato ricoverato il 12 marzo con tosse e febbre persistente. Era stato male già dal 2 marzo, e si era isolato con la moglie nella casa di Rosolini; ma solo il 9, in seguito alla richiesta del medico di famiglia, gli è stato eseguito un tampone che ha dato esito positivo. Rizzuto così è stato ricoverato. L’uomo sembrava aver reagito bene alle cure, tanto da lasciare la Rianimazione. Ma nelle ultime ore la situazione è precipitata. A causa del decreto ministeriale, non verranno celebrati i funerali e la salma verrà direttamente trasportata al Cimitero per la tumulazione. Rizzuto è stato anche sovrintendente di Ragusa e di Catania.

Dipasquale (PD): “Mi auguro che a nessun siciliano capiti la stessa assurda storia”

“Sono stato in apprensione per l’amico Calogero per ben due settimane – commenta Nello Dipasquale, parlamentare regionale del PD – e purtroppo è successo quanto temevo. Alla sua famiglia vanno le mie più sentite condoglianze: la Sicilia perde un grande professionista e sono moltissimi i ricordi che mi legano a lui e al lavoro eccellente che ha svolto anche in provincia di Ragusa”. “Per giorni, però – continua Dipasquale – ho tenuto per me delle considerazione e dei fatti che adesso, visto l’esito tragico, non posso più tacere. Lo scorso 13 marzo ho inviato al Prefetto di Siracusa una lettera (che potete leggere qui: https://bit.ly/3apcA4I) nella quale ho raccontato puntualmente l’assurda vicenda che ha riguardato Rizzuto, almeno fino a quella data, quando ormai si trovava in rianimazione. Quella lettera che avevo inviato al rappresentante del Governo nazionale adesso è diventata una denuncia alla Procura della Repubblica di Siracusa perché verifichi eventuali responsabilità in merito alla morte di Rizzuto che arriva ad essere ricoverato forse ormai troppo tardi e nessun siciliano deve vivere lo stesso “calvario” assurdo che ora mi appresto a raccontare”.

“Lo scorso 9 marzo – spiega Dipasquale – Calogero Rizzuto, su indicazione del proprio medico di famiglia e accompagnato dalla moglie, si reca a fare il tampone poiché da una settimana accusava febbre e tosse. Da quel momento le sue condizioni peggiorano gradualmente fino al ricovero avvenuto nel tardo pomeriggio del 12 marzo. Nel frattempo del tampone nessuna notizia: contattato dalla moglie di Rizzuto, mi sono personalmente occupato di reperire informazioni in merito all’esito dell’esame senza avere mai nessuna risposta né dalla direzione dell’ASP di Siracusa, né dal Policlinico di Catania dove il tampone era stato inviato. L’11 marzo Rizzuto (già stremato) viene portato dalla moglie in ospedale. Non ci sono ambulanze disponibili e la signora è costretta a caricare il marito in auto abbassando un sedile. Viene chiesto che venga eseguito un nuovo tampone e nessun altro esame viene effettuato per verificare la presenza di un’eventuale polmonite. Un esame RX al torace sarebbe stato sufficiente. Al 12 marzo nessun risultato per i due tamponi effettuati. Addirittura mi si dice che quei tamponi, secondo le direttive ministeriali, non erano da farsi perché dalla scheda del paziente non risultavano fattori di rischio.

“Fare due tamponi in due giorni è da incompetenti. Dalla scheda del paziente si evince che non ha alcuna indicazione di rischio: tosse (?) contatti con coreani (?). Chiunque vedendo queste indicazioni li manderebbe a quel paese. Nell’emergenza attuale bisogna fare scelte di priorità”. Questo è il tono delle rassicurazioni che mi venivano fornite. A questo punto se febbre, tosse e un incontro con una delegazione coreana non erano da considerare fattori di rischio comincio a non capire quali possano esserlo. Nel primo pomeriggio del 12 marzo, sempre più preoccupato, contatto l’assessore Razza al quale racconto tutta la paradossale vicenda. L’assessore , al di là dell’esito dei tamponi, ritiene necessario l’immediato ricovero. Alle 18 circa del 12 marzo il paziente Calogero Rizzuto viene ricoverato, sottoposto a TAC che dà esito di polmonite grave. Alle 23 dello stesso giorno la moglie mi comunica che al marito stanno somministrando l’ossigeno perché è in insufficienza respiratoria. Il 13 marzo, dopo quattro giorni, arriva l’esito di un tampone, non si sa quale dei due effettuati. Risultato: Covid-19. Ma Rizzuto è già in rianimazione”.

“Questa è la vicenda, più o meno – continua Dipasquale – e ho un’infinità di perplessità su quanto accaduto. Non sono un medico e non so cosa sarebbe potuto accadere se Rizzuto fosse stato ricoverato il 9 marzo o il giorno dopo. Non so dire se due o tre giorni avrebbero potuto fare la differenza. Qualcuno, però, dovrebbe poterlo dire alla moglie, a noi amici e a tutti i siciliani. Forse la tempestiva individuazione della patologia non solo avrebbe potuto salvargli la vita, ma avrebbe potuto ridurre ulteriori contagi a carico di quanti hanno avuto contatti con il paziente nei giorni precedenti il 9 marzo”. “Davvero mi auguro che non capiti più nulla del genere – conclude Dipasquale – e penso che in questa tragica vicenda qualcuno deve accertare se esistono o meno delle responsabilità”.

Il Parco di Siracusa ricorda Rizzuto
“Calogero Rizzuto era un uomo buono e disponibile, instancabile nel lavoro e presente sempre, dando esempio a tutti noi dell’amore e dell’orgoglio di appartenere a questa Istituzione. È riuscito in pochi mesi a portare a termine e a intraprendere progetti importantissimi per il nostro territorio. La sua forza, la sua caratteristica era il voler dare ascolto a tutti nell’idea complessiva di un futuro di eccellenza che doveva coinvolgere ogni ramo della nostra società civile. Lui si definiva un guerriero dai grandi sogni e aveva visto alcuni di questi realizzarsi. Altri sogni li ha tracciati e toccherà a noi, in compagnia del dolore per questa enorme perdita, volerli realizzare. Che la terra ti sia lieve, Calogero. Sarai sempre nei nostri cuori”.

Miccichè: “Condoglianze alla famiglia del direttore Rizzuto”
“Calogero Rizzuto era un bravissimo architetto che ha avuto il merito di aprire al pubblico per la prima volta i depositi del museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa, consentendo di potere ammirare decine di migliaia di reperti sulla storia più antica della Sicilia, che rischiavano di essere dimenticati nei magazzini”.  Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, esprime profondo cordoglio per la morte di Calogero Rizzuto, il direttore del Parco archeologico di Siracusa, deceduto stamane a causa del Coronavirus. “Il direttore Rizzuto stava seguendo tanti progetti per la valorizzazione dei siti della città e per avvicinare la comunità siracusana al Parco – ha proseguito Miccichè -. Sono vicino ai familiari a cui vanno le mie condoglianze e quelle dell’Assemblea regionale siciliana”.

Il cordoglio di Nello Musumeci
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci esprime profondo cordoglio per la morte di Calogero Rizzuto, il direttore del Parco archeologico di Siracusa, deceduto stamane a causa del coronavirus. “Lo avevo conosciuto alcuni mesi fa – dice Musumeci – apprezzandone, da subito, le sue qualità umane e professionali, per questo motivo lo avevo nominato per rilanciare l’area archeologica aretusea. Con la sua scomparsa, la Regione perde un dirigente serio e capace. Alla famiglia vanno le condoglianze del governo regionale”.