Gianluca Inzerillo, il capogruppo di Forza Italia che voleva la verità, tutta la verità sul concerto di Elodie, è già rientrato all’ovile: mansueto come un agnellino, allineato e ubbidiente come uno sguattero del Guatemala (cit.). Lo ricorderete: si era vestito da pecora nera e pretendeva – addirittura – di aprire i cassetti di Giampiero Cannella, potente assessore della giunta Lagalla. Ma i pettoruti gerarchi del centrodestra, sparsi tra Palazzo delle Aquile e Palazzo d’Orleans, gli hanno subito segato le dita. E per non rischiare che gli mozzassero pure la mano, l’intrepido Inzerillo ha fatto autodafé e si è ritirato in buon ordine. Tuttavia ha la possibilità di rifarsi. Visto che il 2024 sarà consacrato a Santa Rosalia, chieda gli atti dell’ultimo Festino. Lo faccia non solo per un dovere di verità e giustizia ma anche come gesto di devozione alla Santuzza.