“La situazione delle infrastrutture in Italia va rimessa a posto, in Sicilia è ridicola. Io vivo in una città in cui in 10 minuti arrivo alla stazione e poi sono a un’ora mezza per andare a Roma o a Milano. L’unità d’Italia non c’è sulle ferrovie, c’è nei libri di Storia e nelle Istituzioni”. L’ha detto Matteo Renzi a margine di un’iniziativa politica di Italia Viva a Catania, nel corso della quale è stato presentato il nuovo soggetto politico che all’Ars può già contare su un gruppo nutrito di parlamentari (D’Agostino, Tamajo, Sammartino e Cafeo). Renzi è stato accolto da 5mila persone, metà delle quali rimaste fuori dal polo fieristico Le Ciminiere. “Contro questo gap infrastrutturale – ha aggiunto l’ex premier – il mio governo ha fatto uno sforzo di finanziamenti. Mi dicevano ‘servono i soldi, servono i soldi…’, col senno di poi forse dovevamo mettere qualche soldo di meno, ma dare qualche segnale di sblocco in più. E se uno ci pensa il sistema dei commissariamenti in almeno due città: Milano e Pompei”. “Caro governatore sbloccaci i 6 miliardi che il governo Renzi ha messo con i Patti territoriali e che sono fermi e che devono essere spesi. Questo è il presente della Sicilia, poi sul futuro ci sarà modo di pensare e ragionare” è l’invito di Renzi al governatore Nello Musumeci. Ma il leader di Italia Viva, affiancato dal ministro Teresa Bellanova e dal coordinatore nazionale Ettore Rosato, oltre che dal capogruppo al Senato Davide Faraone, si è spinto oltre: “L’elettorato in Sicilia è storicamente mobile, inoltre è moderato e rifiuta gli estremismi non può stare con Matteo Salvini che è l’estremista per definizione: quindi anche chi ha votato Forza Italia in passato voterà per noi”. E infine: “Noi saremo il primo partito all’Assemblea regionale Siciliana alle prossime elezioni perché abbiamo idee e progetti”.