“Orlando resterà un personaggio che segna la storia di questa città e la sua abilità è nota. Ma con la stessa franchezza, e senza rancori, dico che Palermo ha bisogno di recuperare una nuova motivazione e nuove ispirazioni”. Parla già da candidato sindaco Roberto Lagalla, che nel corso di un’intervista a Repubblica traccia l’iter da qui a primavera, quando si terranno le elezioni Amministrative nella quinta città d’Italia: “Ribadisco quello che ho già detto quando è iniziato il toto-nomi: le candidature attengono alla coalizione. Il fatto che mi abbiano preso in considerazione è già una soddisfazione. Detto questo, non ho mai rifiutato le sfide”. Da candidato dovrebbe dimettersi? “Non ho studiato il problema perché è intempestivo, ma credo che ci sia un problema di incompatibilità, non di ineleggibilità: dovrei dimettermi se eletto. Ma se mi candidassi non sarebbe né opportuno né elegante farlo da assessore in carica”.

Il suo passaggio all’Udc facilita le cose. Nel corso della conferenza stampa di giovedì a palazzo Reale, l’assessore all’Istruzione ha ricevuto la benedizione di Gianfranco Micciché, ma anche il conforto di Nello Musumeci: “Non abbiamo avuto il tempo di commentare. Ma credo che al presidente interessi un candidato unitario per Palermo”. Sul placet di Salvini all’operazione – confermato da più parti – Lagalla preferisce non soffermarsi. Rischierebbe di essere tirato dentro una discussione più grande di lui: quella sulle Regionali. “Non mi risulta che ci siano intese predeterminate con la Lega, che ha tutto il diritto di esprimere le proprie alternative. Credo però che Musumeci sia il candidato naturale”.

L’adesione di Lagalla all’Udc

Colpo di mercato dell’Udc, che si assicura le prestazioni del candidato sindaco in pectore di Palermo: Roberto Lagalla. Giovedì, alla presenza del segretario nazionale Lorenzo Cesa e del coordinatore regionale Decio Terrana, l’assessore all’Istruzione ha ufficializzato il suo passaggio ai centristi (dove farà convergere gli amici del suo movimento, Idea Sicilia). Una scelta di peso in vista delle prossime Amministrative di Palermo, dove Lagalla – ora più che mai – è favorito per raccogliere l’eredità di Leoluca Orlando. Anche grazie al feeling tra Cesa e Matteo Salvini, che avrebbe concesso il via libera per la candidatura dell’ex rettore a Palazzo delle Aquile, pretendendo in cambio l’appoggio dell’Udc nelle prossime scelte alla Regione, dove il Carroccio spera di far fuori Musumeci e accaparrarsi la presidenza.

Ma prima dell’incontro coi cronisti, è stato lo stesso Cesa a buttare acqua sul fuoco, incontrando Musumeci: “C’è un presidente sostenuto da tutti noi, abbiamo discusso delle cose da fare. Tutto il resto è fiction”. Sulla questione non si pronuncia invece Gianfranco Micciché: “Non chiedetemi della candidatura per la Regione perché non so cosa rispondere. Sicuramente adesso è necessario che il presidente Musumeci faccia dei chiarimenti su alcune situazioni”. Nei prossimi giorni il leader di Forza Italia incontrerà Matteo Renzi. Per Palermo, invece, sposa la linea dei presenti: “Roberto Lagalla è certamente uno dei possibili candidati a sindaco alle elezioni di Palermo”.

A mutare, però, è anche lo scenario attuale: l’Udc, a fronte di quattro deputati, avrà tre assessori in giunta. Oltre a Lagalla, ci sono Turano e Daniela Baglieri, voluta anche da Italia Viva. Mentre la Lega, ad esempio, vanta un solo assessore a fronte di sette deputati. Il segretario regionale del Carroccio, Nino Minardo, ha annunciato ieri a Blog Sicilia un incontro imminente con Musumeci: “E’ giusto che insieme si decida cosa fare nell’ultimo anno. E sono certo che dal confronto uscirà quella giusta armonia che serve per andare avanti come sempre”. Anche se negli ultimi giorni il clima teso fra le parti ha quasi portato a uno strappo: dopo l’invito di Musumeci alla Lega di uscire dal governo, secondo ‘La Sicilia’ il presidente aveva pensato di ritirare le deleghe ad Alberto Samonà, l’assessore ai Beni culturali. Poi non se n’è fatto nulla.