Tutti la cercano e, come spesso accade, nessuno la trova. A Roma, Bruxelles, Potenza o Bari. Poco importa. D’altronde è tempo di liste in casa Pd, materiale infiammabile da maneggiare con cura. E perfino la segretaria Elly Schlein, così diversa dai suoi predecessori, si comporta come da tradizione. Agenda mobile, inafferrabile, pronta a sgusciare. Messaggio di un segretario regionale dem: “Ciao, Elly, quando possiamo parlare un secondo?”. “Risposta: “Ti cerco io”.

Ieri la segretaria ha fatto una toccata e fuga a Bruxelles per la riunione informale del Partito socialista europeo. Tuttavia non ha avuto il tempo, il modo o forse la voglia di incontrare “i suoi”, come direbbe lei, in attesa di un cenno sul loro destino. “Le candidature? Sono nella mente di Dio e di Elly”, raccontano, sconsolati, gli eurodeputati, che aspettano ancora un caffè che mai si consumerà.
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