Giuseppe Conte e la sua inaffidabile ciurma di stelle cadenti saranno stati certamente infingardi, fedifraghi, traditori. Ma in politica non bisogna mai confondere le cause con gli effetti. Il suicidio della sinistra si deve anche all’inadeguatezza politica di Caterina Chinnici. Il magro popolo delle primarie le aveva assegnato il difficile compito di guidare la coalizione alla conquista della presidenza della Regione. Ma dopo una pallida stagione di silenzi, la sua leadership si è concentrata sul moralismo delle liste pulite. Un moralismo strabico: Nostra Signora dell’Inconcludenza ignorava le travi del governo di centrodestra – quello di Musumeci, dei bulli e dei balilla – e si accaniva sulle pagliuzze che ombreggiavano negli occhi dei suoi compagni di partito. Per Conte, a quel punto, è stato gioco facile agitare lo scandalo degli impresentabili e rompere l’alleanza.