L’insidia è (sempre) rappresentata dall’articolo 20 della legge, che secondo Legambiente e le opposizioni estende il condono edilizio del governo Berlusconi, anno 2003, che si applicherebbe in questo modo agli edifici ricadenti nelle aree sottoposte a vincolo di inedificabilità relativa (dal valore, cioè, culturale, ambientale o paesaggistico). L’articolo è stato approvato in commissione col voto favorevole del renziano Tamajo. Oggi il Ddl edilizia sarebbe dovuto approvare a Sala d’Ercole, con le opposizioni pronte a dare battaglia. Ma la discussione è stata rinviata a gennaio, dopo la conclusione della sessione di Bilancio.

Il governo, da par suo, ha sempre rifiutato l’ipotesi di una sanatoria. Secondo l’assessore al Territorio, Toto Cordaro, “i Cinque Stelle parlano di sanatoria, dimentichi del fatto che la sanatoria è un concetto giuridico che riguarda casi e situazioni di inedificabilità assoluta – ha detto qualche tempo fa a Buttanissima -. L’articolo 20, invece, si occupa di vincoli relativi e di zone che prevedono già, nei fatti, la valutazione dell’autorità preposta al controllo – sia essa il Genio Civile, la soprintendenza o il corpo forestale – senza il cui parere favorevole non è possibile nessuna edificazione. Il nostro unico obiettivo è riaffermare la certezza del diritto”. E salvare le costruzioni che ivi sorgono. Un risultato che sarebbe possibile conseguire con un semplice ricorso al Tar, secondo i bene informati. “In sintesi – si legge nelle premesse di legge – è stabilito che il permesso di costruire in sanatoria possa essere rilasciato, per le opere realizzate fino al 2004, anche nei territori gravati da vincoli di inedificabilità relativa a condizione che l’ente preposto al vincolo rilasci parere favorevole”.

Il testo sull’edilizia prevede numerosi spunti: dal silenzio-assenso sulle domande di riesame delle sanatorie (in assenza di risposte arriva il “via libera”), passando per una serie di norme anti-abbattimento che Cinque Stelle e Pd vogliono combattere. Anche Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente, ha un giudizio poco lusinghiero del testo: “I deputati non scrivano un’altra pessima e penosa pagina dell’attività legislativa del parlamento più antico d’Europa. La legge è incostituzionale. Qualora venisse approvata in aula, sarà inevitabilmente impugnata dal Consiglio dei Ministri – ha spiegato a Repubblica – Ma nel frattempo il danno al territorio, al paesaggio e alle bellezze della nostra Isola sarà stato fatto”. Anche il segretario del Pd, Anthony Barbagallo, è fermamente contrario: “Con queste proposte verrebbero sanati circa 100 mila abusi. C’è una maggioranza irresponsabile che continua a prediligere le esigenze di alcuni elettori a quelle di tutti i siciliani”. Sarà una lunga battaglia di Natale (e, forse, di carte bollate).