Fratelli d’Italia e Musumeci sono a rischio isolamento. L’ultima mossa a sorpresa di Matteo Salvini, cioè la creazione di una federazione del centrodestra che esordirà alle Amministrative di Palermo, sotto le insegne di ‘Prima l’Italia’, rischia di accelerare il processo di sintesi a cui il partito della Meloni sarà formalmente invitato (a partire dalla scelta dei candidati per le prossime elezioni), ma a cui difficilmente sceglierà di partecipare.

Ma veniamo alle ultime: nel corso del congresso federale andato in scena nella nuova sede di via delle Botteghe Oscure, a Roma, il segretario del Carroccio ha apprezzato e condiviso le proposte di Nino Minardo, deputato modicano e responsabile del partito a livello regionale, che da anni percorre un modello di Lega terrona, aperta al territorio e ai moderati. Il passaggio, lento e inesorabile, da Alberto di Giussano alla nuova Lega, prevede l’abbandono del simbolo (per molti siciliani pesante da digerire) e la proposta di un modello inclusivo che tiri dentro alcuni partiti della coalizione: dagli Autonomisti di Lombardo, già federati col Carroccio, passando per i centristi. Anche se il vero obiettivo di Minardo, che in diverse province è già riuscito nell’intento, è attrarre i movimenti civici.

Proprio su Palermo, in occasione delle prossime Amministrative, verrà sperimentato il contenitore di ‘Prima l’Italia’, che Salvini vorrebbe (e potrebbe) estendere al di là dei confini palermitani. Quasi certamente alla Regione, in autunno, e, magari, anche alle prossime Politiche (legge elettorale permettendo). L’iniziativa di Minardo, nell’Isola, finirà per riunire attorno allo stesso tavolo i partiti che si trovano distanti dalle posizioni sovraniste di Fratelli d’Italia e dai capricci della Meloni. E che hanno più di una riserva sulla conferma di Musumeci. Anche se il primo passo, in queste ore, sarà un invito da parte della Lega e stringere le maglie in vista delle prossime competizioni elettorali, allo scopo di superare le divisioni. Il messaggino sarà recapitato a tutte le forze politiche, compresa la Meloni, che però non sembra volersi smuovere dalle sue priorità: Musumeci alla Regione e la Varchi a Palermo. Una posizione che va ben oltre la sintesi auspicata dalla Lega – “Fratelli d’Italia si sta dimostrando un partito sordo”, riflette ad alta voce un salviniano doc – e che, pertanto, potrebbe ricondurre il tentativo di dialogo (l’ultimo?) a un binario morto.

Anche per la scelta del candidato sindaco di Palermo, nelle prossime ore, ci saranno novità interessanti. L’iniziativa della Lega, infatti, oltre alla creazione di una lista unitaria per il Comune, mira a catturare l’attenzione degli alleati di centrodestra: da Forza Italia, nella parte che si identifica in Gianfranco Micciché; passando per la Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro e il Cantiere Popolare di Saverio Romano. Ma l’ultimo colpo in canna sarebbe il coinvolgimento dell’Udc, in cambio, probabilmente, della disponibilità a convergere sulla candidatura ‘civica’ di Roberto Lagalla. Il processo di sintesi, che risulta già aperto, dovrebbe portare a una ripartizione naturale dei ruoli: per palazzo delle Aquile sarà indicato uno tra Lagalla e Cascio (l’obiettivo della Lega è evitare che l’ex presidente dell’Ars ufficializzi la sua candidatura di bandiera già sabato, in tandem con Micciché, magari allo scopo di condividerla); a Messina potrebbe esserci spazio per Maurizio Croce, attuale responsabile della struttura regionale per il contrasto del dissesto idrogeologico (già bocciato da Fratelli d’Italia); mentre la casella più ambita, quella di palazzo d’Orleans, dovrebbe toccare alla Lega. In tal caso, sarebbe in pole position lo stesso Minardo.

Che la direzione imboccata da Salvini & Co. vada nella direzione auspicata (da molti), lo conferma una breve nota di Gianfranco Miccichè, che giudica la scelta del Capitano “intelligente, generosa e coraggiosa. Così si rafforza l’alleanza e aumenteranno i consensi per la coalizione”. Anche Cesa parla di “una proposta che può valorizzare, mediante una sintesi, le idee da proporre alle prossime elezioni a Palermo e in Sicilia. Siamo pronti a fare la nostra parte”. Mentre Di Mauro, in quota Mna, parla di “coronamento di un percorso avviato già diversi anni fa con la Lega”. Persino Cuffaro giudica “interessante l’idea lanciata da Salvini”, ma precisa che “noi siamo e rimarremo la Democrazia Cristiana”, E’ il segno che il centrodestra, forse, ha trovato le buone ragioni per ricompattarsi. Ma non attorno alla figura di un leader di governo, Musumeci, il quale non perde occasione per schernire gli ormai ex alleati (“Alzano il prezzo, ma io resto candidato”, ha dichiarato di recente). Bensì attorno a una proposta che sembra escluderlo dalla guida della Regione e rimette al centro il ruolo dei partiti. Che l’azione di governo, negli ultimi quattro anni, l’hanno osservata col binocolo.