In effetti doveva succedere e finalmente è successo: in una bellissima intervista concessa a «La Repubblica», Walter Veltroni ha sottolineato che la vittoria di Joe Biden deve essere un modello per la sinistra italiana. Aveva usato le stesse identiche parole quando fu eletto Barack Obama: un modello per la sinistra italiana. Quando in Brasile fu eletto Lula, un autorevole dirigente dei Ds, Cesare Salvi, lo definì un fatto di straordinaria portata per la sinistra italiana. Quando in Spagna fu eletto José Zapatero, un altro autorevole dirigente dei Ds, Fabio Mussi, lo ritenne un punto di svolta per la sinistra italiana. Quando in Francia fu eletto Françoise Holland, il sempre simpatico Pierluigi Bersani individuò l’apertura di una fase nuova per la sinistra italiana. Quando negli Stati Uniti fu eletto Bill Clinton, molto sobriamente il sommo Massimo D’Alema si limitò a dichiararlo un ponte per la sinistra italiana. Quando in Gran Bretagna fu eletto Tony Blair, il bravo Piero Fassino vi scorse un esempio per la sinistra italiana. Quando in Grecia fu eletto Alexis Tsipras, l’eternamente e deliziosamente laterale Gianni Cuperlo invitò a cogliere l’opportunità per riaprire il cantiere della sinistra italiana. Persino quando in Venezuela fu eletto Hugo Chavez, ci fu chi riuscì a vedere a portata di mano la grande occasione per la sinistra italiana, e fu l’impareggiabile Fausto Bertinotti, Purtroppo non ricordo più che intravvide anche nell’elezione di Bill De Blasio a sindaco di New York una imperdibile chance per la sinistra italiana. Poi, non so come non so quando, sono finiti a Di Maio.