Alessandra Mortelliti è la nipote di Andrea Camilleri, il grande maestro di Porto Empedocle scomparso un anno fa. In questi debutta alla regia con “Famosa”, dove il protagonista, il 18enne Rocco, ha una vita difficile, con la madre che lavora sempre e il padre piegato dalla disoccupazione e dall’alcol. L’unico modo per darsi una speranza è partecipare alla selezione di un talent show. Il film sarà nelle sale da oggi al 15 luglio, poi sulle piattaforme in streaming. Si ispira a un personaggio teatrale: “Ho interpretato Rocco Fiorella per tanti anni – ha detto la regista a ‘Repubblica’ – è un personaggio che mi sono cucita addosso con tutte le caratteristiche che mi sono care, il tema del diverso, del borderline. L’ho interpretato anche quando ero incinta, poi a un certo punto ho dovuto metterlo da parte per realizzarne la trasposizione cinematografica, a quel punto il personaggio aveva già preso una nuova vita”.

La genesi del film è chiara: “Tutto è nato dalla domanda: cosa ti può spingere a esporti alla gogna pur di calcare un palcoscenico? Ho provato a immaginare quale retroterra c’è dietro a questo desiderio e ho provato a immaginare Rocco come una strana creatura che nella tv vede la sua ancora di salvezza”. Anche la figura del nonno, cui il film è dedicato, è stata fondamentale nella vita d’artista della Mortelliti: “”Era un uomo estremamente severo, non dal complimento facile; proprio perché ero sua nipote è stato rigido, e se una cosa non andava me lo diceva proprio perché ci teneva. Di Famosa però l’ho visto proprio contento. Ho sentito di dedicarlo a lui perché mio nonno era molto legato al personaggio di Rocco Fiorella. Quando gli ho fatto leggere il monologo in realtà me l’avevano già pubblicato, perché avevo vinto un concorso letterario e lui ne fu molto felice”.

L’impronta di Camilleri è presente sul lavoro della nipote: “Non mi ha aiutato nella scrittura in senso pratico, ma a lui ho letto dalla prima riga del soggetto fino all’ultima versione della sceneggiatura. Ha visto il film – racconta la regista – e mi ha dato mille consigli anche nel montaggio e nella postproduzione. Il suo sguardo per me è stato fondamentale, soprattutto nella seconda parte ho fatto scelte un po’ forti e non mi sentivo sicura essendo un’opera prima, ma lui mi ha detto: ‘Affidati a chi ne sa più di te con umiltà, ma se senti fortemente che qualcosa deve essere così, vai come un treno. Le mezze misure non portano da nessuna parte’”.

Che nonno era quando era piccola? “Da bambina è stato un nonno estremamente presente – ha spiegato la Mortelliti nella sua intervista -. Se io sono cresciuta con una fantasia a dir poco spiccata che mi è rimasta attaccata, visto che vivo ancora con la testa fra le nuvole, lo devo a lui. Lui ci ha fatto vivere nel mondo delle fate, fatto di racconti, miti, elfi, draghi. Abbiamo vissuto tante cose insieme, lo vedevo praticamente tutti i giorni. Da adolescente è a lui che ho raccontato le mie prime infatuazioni e da adulta i suoi consigli sono stati preziosi”.