Prima di passare al rimpasto del suo governicchio il presidente della Regione ha voluto deliziare parenti e amici con un rimpastino di sottogoverno. Da assessore ai Beni Culturali, ha preso i parchi archeologici e ne ha fatto un gioco di società: il dirigente che era di qua passa di là e quello che era di là passa di qua. Una contraddanza puntualmente spacciata per rivoluzione. Sempre nella convinzione, va da sé, che il popolo dei siciliani sia fatto di buzzurri ai quali si può contrabbandare qualsiasi minchiata per verità. Un esempio potrà chiarire. Il sovrintendente che fino a ieri ha fatto a Ragusa il bello e cattivo tempo, viene trasferito al ricco parco di Siracusa. Lui, il sovrintendente, vedrà nel trasferimento una punizione. Ma il Governatore gli dirà che è stata una promozione. E così, tra una bugia e l’altra, la Sicilia resta immobile e irredimibile.