La I Commissione ha detto no. Il “prelievo tecnico”, così come l’aveva chiamato l’assessore al Bilancio Armao non s’ha da fare. I soldi del disavanzo – 53 milioni di euro l’anno – non saranno presi dal fondo pensioni e Tfr dei lavoratori regionali. Quella che era una semplice sensazione è diventata una certezza quando la commissione Affari istituzionali ha bocciato il ddl sulle variazioni alla manovra. Erano presenti in sette: Cracolici e Fava oltre a due esponenti del Movimento 5 Stelle si sono opposti alla proposta del governo. “Abbiamo posto la questione sulle riduzioni al capitolo sui pensionamenti ritenendo che queste siano spese obbligatorie su cui non è possibile proporre tagli – ha spiegato Cracolici -. Si creerebbe piuttosto un debito fuori bilancio. Il funzionario che rappresentava l’amministrazione non ha saputo darci certezza che non fosse così”. Da qui il voto contrario che anche Claudio Fava in un certo senso ha benedetto: “Il disegno di variazione del bilancio proposto dal governo è una pezza cucita male. L’idea di colmare il buco di bilancio con i soldi dei lavoratori regionali non ci convince nel metodo e nel merito e definirlo, come fa il governo, un prelievo tecnico ci sembra solo una pietosa bugia”. Adesso si ricomincia daccapo (o quasi).