Volendo prendere in prestito Camilleri – che a sua volta parafrasava lo Shakespeare di “Tanto rumore per nulla” – ci si potrebbe chiedere: “Troppu trafficu ppi nenti”? Insomma, la Bella Addormentata nel Palazzo (d’Orleans), ovvero la Regione Siciliana, non ha ancora aperto gli occhi e non ha ancora detto la sua, né sul Teatro Stabile di Palermo e il suo nuovo direttore artistico, né sull’Orchestra Sinfonica Siciliana che è monca del sovrintendente e dell’intero Cda. Sembrava che tutto dovesse essere risolto in breve tempo, tanto aveva tuonato, e che la pioggia avrebbe sciolto ogni riserva. E invece nulla: dopo tante minacciose nubi, dopo folgori che hanno incenerito i vertici della due Fondazioni, nemmeno una goccia dal cielo del potere, né per il Biondo né per il Politeama.

La pioggia del proverbio avrebbe dovuto portare con sé il nome del successore di Roberto Alajmo salutato frettolosamente a fine mandato ma – e qui si insinua il  sospetto che accordo pieno ancora non ci sia – il consiglio d’amministrazione convocato per oggi alle 18 pare non si farà più, a meno di un depistaggio del cda stesso che, sotto il pressing della stampa, abbia forse deciso, in alternativa, di riunirsi su una spiaggia tropicale o che i suoi componenti entrino nel teatro di via Roma dalla botola sotto il palcoscenico. I consiglieri non si sono incontrati ma di certo si sono sentiti. L’ipotesi Giuseppe Dipasquale (ex Stabile di Catania e consigliere del presidente Nello Musumeci per il teatro nell’Isola) sembra ancora la più accreditata ma probabilmente qualcuno nicchia. In teatro non c’è allarme ma l’ansia serpeggia tra artisti e maestranze. Nell’attesa del nuovo direttore artistico, l’ordinaria amministrazione è alla firma del presidente della Fondazione Teatro Biondo-Stabile di Palermo, Gianni Puglisi, che probabilmente siglerà anche il documento da inviare entro il 31 gennaio al ministero sul programma 2019 (già da tempo i programmi non sono più stagionali ma seguono l’anno solare). Dunque, chiunque siederà sulla poltrona di Alajmo, dovrà tener conto dei primi tre mesi della prossima stagione (2018-’19) già delineati dal suo indirizzo artistico. C’è da dire che Alajmo in realtà aveva firmato per il ministero un programma triennale che può certo essere modificato dal nuovo arrivato ma non disatteso o sconfessato in toto.

Maggiori problemi sorgono con le scritture per la prossima stagione. Gran parte dei teatri sta già opzionando compagnie e spettacoli per i cartelloni 2019-2020: se la vacatio dovesse proseguire anche a febbraio sarebbe una bella gatta da pelare mettere insieme titoli e date da novembre prossimo a maggio 2020. Idem per la chiusura di contratti delle tournée delle produzioni del Biondo stesso e per eventuali coproduzioni o collaborazioni già avviate.

Se al Biondo c’è ansia, al Politeama c’è fibrillazione, incertezza, tensione. La cacciata di Giorgio Pace dalla sovrintendenza (prima della scadenza del mandato assunto nell’aprile 2016 che ha portato al risanamento dei conti e alla sicurezza del pagamento mensile degli stipendi) per mano dell’assessore regionale al Turismo, Sport e Spettacolo Sandro Pappalardo, e la conseguente “decapitazione” dell’intero Cda, insediatosi appena nell’aprile 2018, ha gettato la Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana in un clima di allarme. E dire che proprio questa sarebbe la stagione del grande rilancio della formazione oltre lo Stretto, quella della riconquistata visibilità: i concerti della Sinfonica (direttore artistico Marcello Panni, una delle bacchette più prestigiose del panorama europeo moderno, il russo Evgeny Bushkov come direttore principale ospite) sono trasmessi da RadioRai e da Sky Classica, in primavera la formazione sarà ospite del Maggio Musicale Fiorentino per un omaggio a Salvatore Sciarrino diretta dallo stesso compositore per un suo inedito, è già richiesta in diverse città l’Orchestra Giovanile formatasi nell’alveo di quella principale. E adesso? La Bella Addormentata nel Palazzo (d’Orleans) dovrebbe esprimersi anche qui ma anche qui temporeggia. In lizza per il posto di sovrintendente c’era Ester Bonafede, della serie “a volte ritornano”, già ex di quell’ufficio infatti (dopo anni di turbolenza sindacale aveva, ma grazie a una pioggia di denaro regionale, stabilizzato i tanti precari: oggi sono 74 i “professori”, anche se per alcune “parti” bisogna ancora ricorrere ai contratti a termine) ma un contenzioso economico proprio con la Fondazione l’avrebbe eliminata dai giochi. In pole position ci sarebbe Andrea Peria, 48 anni, imprenditore del mondo dello spettacolo (tra eventi popolari, concerti pop-rock, sale cinematografiche e teatrali), ideatore di “Porto d’Arte”, rassegna estiva con migliaia di presenze al recuperato Castello a Mare di Palermo: manager di buona diplomazia e di spavalda, giovanile iniziativa. E dotato (dicono) di supporter accreditatissimi, main sponsor (dicono) Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana.

Tutto fermo, comunque, anche all’ombra della Quadriga bronzea di Rutelli, sotto l’austero busto di Garibaldi a cui il Politeama è intitolato. Fintanto che la Bella Addormentata non si svegli.