Tra le visite di Leoluca Orlando a palazzo delle Aquile non rientra quella in Consiglio comunale, dove il sindaco è dato per disperso. E dove le opposizioni lo invocano perennemente. Soprattutto da quando – storia di pochissimi giorni fa – è riesplosa con forza la questione dei rifiuti. Anche stanotte a Palermo sono stati appiccati una decina di roghi, specialmente nei quartieri periferici. I cumuli di monnezza impediscono una corretta viabilità e il presidente di Rap, Norata, è intervenuto in Consiglio comunale e chiesto agli uffici del comune dove sono finiti i 55 milioni di euro che spetterebbero all’azienda che si occupa della raccolta. In questo scenario, con l’aria divenuta irrespirabile, il sindaco non fa un cenno. Non dà alcuna dimostrazione di attaccamento alla città e ai suoi problemi. Non muove un dito per accelerare il versamento dello stipendio di dicembre agli operai della Rap, che non hanno alcuna voglia, in questa condizione, di fare gli straordinari e ripulire Palermo dai “residui” delle feste. E’ tutto molto grottesco, ma così dannatamente normale. Ancora una volta il capoluogo di regione si ritrova con la testa sotto i rifiuti e sulle prime pagine dei giornali. Mentre Orlando pensa ai rimpasti e alle grandi partite dei teatri che lo attendono da qui a marzo. Surreale.