E’ anche colpa mia e dei tanti che, come me, non hanno resistito al richiamo della scrittura, dell’analisi e delle curiosità e hanno pubblicato, rilasciato interviste sui mille particolari che riguardano la vita di Leonardo da Vinci di cui si celebrano quest’anno i 500 anni dalla scomparsa, per i due o tre che ancora non se ne fossero accorti. E’ naturalmente impossibile immaginare come prenderebbe lui, che di certo era vanitoso e non aveva problemi ad ammetterlo, tutti questi tributi. Ho però l’impressione che, scandagliando ogni minuto aspetto dell’esistenza, della pur immensa (e non sempre terminata) produzione, dei vezzi e delle passioni, lo stiamo trasformando nell’ennesimo “iconico” santino, confuso fra un Minion e una nuova mostra dei manifesti di Toulouse Lautrec. Facendo una ricerca specifica su uno dei miei indirizzi mail, ho trovato 10 inviti ad altrettante iniziative “dedicate a Leonardo” negli ultimi due mesi: dalle conferenze legate ai suoi tessuti e al famoso “nodo vinciano” al Museo di Prato alla mostra sulle ricette di bellezza di Leonardo all’ultima edizione di Cosmoprof. Per il Fuorisalone della Design Week di Milano, che apre il 9 aprile ma è sostanzialmente già partito, si sono formate lunghissime file lungo la Conca dell’incoronata, dietro a piazza san Marco, dove Marco Balich ha riprodotto, in installazione video-immersiva, il progetto leonardesco delle chiuse, trasfigurandole nel futuro. Leo-popstar