Il risultato dell’emarginazione di Sicilia Digitale da parte del governo Musumeci, è l’allontanamento di Saverio Romano dagli schemi dell’esecutivo, dove l’ex ministro dell’Agricoltura conta su un ampio plotone di centristi (da Lagalla a Cordaro). Le dimissioni di Dell’Utri dai vertici della partecipata – Romano non ha per niente apprezzato l’atteggiamento del governo verso la spa diretta dal suo uomo di fiducia e da sempre, sin dai tempi di Cuffaro, nel mirino dei centristi – suonano come un campanello d’allarme per la tenuta della coalizione, dove il leader del Cantiere Popolare fatica a tenersi stretti i vecchi amici. E le difficoltà a stare insieme potrebbero ripercuotersi anche sulle alleanze per le prossime Europee: Romano è molto attivo e ha intavolato discussioni con Silvio Berlusconi e Lorenzo Cesa per avere un posto nel listone unico che Forza Italia e Udc si apprestano a comporre. Ma in questa cavalcata verso Bruxelles, avrebbe dimenticato di colloquiare con i leader regionali dei due partiti, su tutti il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché, col quale a novembre, al convegno di Cefalù, aveva lanciato per l’appunto l’ipotesi di un fronte unico dei moderati. Sicilia Digitale non ha certo aiutato a rasserenare il clima.