Lo diciamo con tutto il rispetto di chi non aveva da mangiare e cercava cibo per sé e per i propri figli; di quelli che non avevano una casa e cercavano un tetto sotto il quale dormire; di quelli che la malasorte aveva gettato nella disperazione e cercavano di riconquistare un minimo di dignità. Ma a fronte di chi aveva reale bisogno di aiuto, c’era anche una fascia di furbi che un lavoro – faticoso, disagiato, nero, precario – comunque l’aveva e lo ha abbandonato per distendersi su un divano e incassare il reddito di cittadinanza. Da oggi, a causa del coronavirus, ci saranno da un lato gli operai licenziati o messi in cassa integrazione, i lavoratori autonomi che nessuno paga, gli albergatori con le cambiali in scadenza. E dall’altro lato i divanisti del reddito che riscuoteranno, senza stress, la paga mensile. Una elite di miserabili, ma pur sempre una elite.