Dietro l’assenza della Lega dal vertice di maggioranza indetto, martedì sera, dal presidente Musumeci non c’è nulla di controverso o misterioso: “Ero realmente impegnato a Roma”, ci spiega al telefono Nino Minardo, segretario regionale del Carroccio. Che, però, non fa molto per nascondere il fastidio: “Se le notizie riportate dai giornali sono vere – è la doverosa premessa – mi pare che l’oggetto della discussione sia poco gratificante per il sottoscritto e per l’opinione pubblica. Non siamo interessati a totonomine e candidature”. Prima che Minardo cambi tono, ed elenchi tutti i temi che da qui al 2022 bisogna sviluppare “per ridare slancio all’azione di governo e mantenere fede all’accordo elettorale sottoscritto tre anni e mezzo fa”, lo fermiamo subito.

Nessuno dell’entourage del presidente Musumeci ha smentito la ricostruzione de ‘La Sicilia’. Segno che era nelle sue intenzioni – se Miccichè non si fosse dimostrato freddo – ratificare la staffetta tra Falcone e Razza, riammettendo quest’ultimo al governo, con un ruolo alle Infrastrutture.

“Non sono interessato alle nomine, tanto meno a ratificare accordi raggiunti in maniera bilaterale. Se c’è un’esigenza di rivedere le deleghe degli assessori, ogni partito ha diritto a presentare le proprie proposte. Non è questo, però, il motivo della mia assenza. Il presidente mi aveva convocato per le 18 con un messaggio su Whatsapp, ma avevo degli impegni a Roma e gli ho spiegato che non avrei potuto esserci”.

Non c’era neanche Di Mauro, che però si è arrabbiato molto per la fuga in avanti del governatore.

“Stiamo parlando sempre di ricostruzioni giornalistiche”.

Che nessuno ha smentito.

“Qual è la domanda?”.

La domanda è se questo brusio di sottofondo, con continue fughe in avanti e autocandidature annunciate, rischiano di turbare i rapporti nel centrodestra.

“E’ legittimo e utile che il presidente incontri i partiti. Anch’io mi sono prenotato per i prossimi giorni… Ritengo meno utile che si organizzino tavoli comuni per ratificare decisioni assunte altrove”.

Si sarebbe parlato anche di una manifestazione unitaria del centrodestra, a metà giugno. Per dire cosa?

“Anche questo l’ho appreso dai giornali. E comunque, secondo il decreto Draghi, fino al primo luglio non sono ammessi eventi di alcun genere. Ho già dovuto posticipare gli Stati generali del Turismo, inizialmente in programma il 7 e 8 maggio”.

Ma ha sentito gli Autonomisti?

“Ho sentito Di Mauro. Rappresenta un movimento federato alla Lega e ci confrontiamo ogni giorno sull’azione da portare avanti nei territori. Trovo inutile, invece, affrontare il tema delle prossime competizioni elettorali, dove tutti saremo impegnati – io per primo – per garantire una proposta unitaria del centrodestra. Ma non è questo il momento… Ne riparlerei alla fine di quest’anno, o all’inizio del prossimo, dopo che ognuno si sarà consultato col tavolo nazionale del proprio partito. Certe decisioni passano anche da ragionamenti di carattere nazionale”.

E’ favorevole a un ritorno in giunta di Ruggero Razza?

“Ho grande stima politica e personale per Ruggero Razza”.

In una fase così delicata è necessaria la nomina di un assessore alla Salute?

“Certo. Il presidente della Regione ha una tale mole di lavoro che mantenere l’interim durante una pandemia, come hanno ribadito associazioni e sindacati del mondo della sanità, è una cosa assai complessa”.

Visto che di nomine non volete parlare, quali sono i temi su cui la Lega ha voglia confrontarsi?

“Riforme, indennizzi per le categorie in sofferenza, riaperture, green pass, Recovery. A proposito del Pnrr (piano nazionale di ripresa e resilienza), bisogna sviluppare i temi più cari alla Sicilia: su tutti, ambiente, rifiuti e infrastrutturazione sanitaria che, nonostante lo sforzo enorme di medici e operatori, ha mostrato tutti i suoi limiti. Inoltre, è arrivato il momento di dedicare qualche attenzione in più alla macchina burocratica della Regione, che non va demonizzata – come se fosse l’origine di tutti i mali – bensì sostenuta e snellita mediante provvedimenti normativi. Ma soprattutto con una serie di investimenti per la formazione di nuove leve, in modo da poter sopperire ai pensionamenti”.

Ha citato anche i rifiuti: siete d’accordo col modello degli inceneritori proposto da Musumeci?

“Questa è un argomento che andrà sviluppato e approfondito in parlamento regionale, dove la Lega avanzerà le proprie proposte. Una cosa è certa: così non si può andare avanti. Una presenza così diffusa di discariche costringe i Comuni a sostenere impegni impossibili sul piano economico e sotto il profilo ambientale. Non sono un esperto di termovalorizzazione, ma in qualche modo il sistema va riformato”.

Il forcing impresso da Musumeci alla campagna vaccinale, con la possibilità di prenotarsi anche per i 50enni, non è una forzatura rispetto al target imposto dal generale Figliuolo?

“Ci sono troppe scorte di vaccino inutilizzate e, di fronte ai cittadini più riottosi, ritengo utile distribuirle a quelli che, invece, hanno voglia di vaccinarsi. Nel momento in cui dovessero aprire le prenotazioni per i quarantenni, sarei il primo ad aderire”.

Sul Ponte è arrivato anche il parere favorevole del Ministro Carfagna. E’ davvero il momento giusto?

“Ne sono straconvinto. E’ anacronistico, e a tratti ridicolo, che nel 2021 si parli di quest’opera come qualcosa di faraonico o irraggiungibile. In altri Paesi è l’ordinario… Solo in Italia si tende a complicare tutto. Col Ponte si creeranno i presupposti per collegamenti più moderni, a partire dall’alta velocità ferroviaria. Senza, invece, rimarremo notevolmente limitati”.