La visita di Salvini a Palermo torna utile per una chiacchierata con Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà Bellissima, il movimento di Nello Musumeci che non ha ancora deciso cosa farà da grande. La presenza della Lega in Assemblea regionale – cuscino e pungolo per l’intera maggioranza – pone la questione. E Musumeci, qualche settimana fa, aveva incontrato Salvini per proporgli una federazione in salsa nazionale procurarsi uno sbocco in Parlamento. La questione non è ancora chiara nei suoi contorni, ma qualcosa avverrà entro febbraio. E’ da qui alle prossime settimane, infatti, che saranno convocati la direzione e l’assemblea di Diventerà Bellissima: “L’unica cosa certa è che il movimento non si scioglierà – dichiara Aricò – anzi rilanceremo l’azione nei territori e non vediamo l’ora di misurarci alle Amministrative. Il nostro simbolo sarà presente in tutti i comuni sopra i 15 mila abitanti, in cui si vota col sistema proporzionale”.

Qualche giorno fa l’assessore Ruggero Razza ha espresso l’esigenza di un collegamento con il centrodestra a livello nazionale.

“La base e la classe dirigente del movimento tengono molto all’autonomia organizzativa, a portare avanti le idee che hanno contribuito ad ottenere una buona affermazione alle Regionali, ma anche prima, ad esempio con la vittoria di Gino Ioppolo a Caltagirone. Era una fase in cui il centrodestra non vinceva mai. In cui il Pd aveva il 45% e si pensava che Renzi dovesse governare l’Italia per vent’anni. Dalla Sicilia il centrodestra ha ricominciato a vincere e ha preso consapevolezza della propria forza. Noi siamo molto gelosi di aver formato un grande movimento regionale”.

Se rimarrete circoscritti all’ambito siciliano, non potrete mai avere un riferimento alla Camera o al Senato…

“Con l’attuale legge elettorale, e la soglia di sbarramento così alta, dovremmo prendere il 50%… Se ci debba essere o meno un collegamento con un partito nazionale, lo decideremo tutti insieme. Ma prima dovremo capire se il partito con cui andremmo a collaborare, sarà disponibile ad accettare le nostre richieste per il Sud e la Sicilia. Nei giorni scorsi Musumeci è stato chiaro, parlando della vittoria di Jole Santelli in Calabria. Da quel risultato parte un ragionamento per il Mezzogiorno, che non sia circoscritto a Forza Italia, ma a un nuovo presidente di centrodestra con cui collaborare e mettere in campo pressioni positive su Roma, affinché ci venga riconosciuto quello che è un nostro diritto. Le faccio un esempio: persino il Ministro Boccia ha ammesso che del 34% degli investimenti destinati al Sud, ne venga spesa solo la metà, e che in Sicilia arrivano soltanto gli spiccioli. Per questo, più siamo e meglio è”.

La Lega è arrivata all’Ars e fra lei e il capogruppo Catalfamo, a proposito dell’esercizio provvisorio, è subito stato scontro.

“La storia è stata un po’ ingigantita. Loro hanno fatto un comunicato per spiegare che avrebbero votato a favore per una questione di “responsabilità”. Ma avevano condiviso il testo in commissione, senza tralasciare che un esercizio provvisorio non è una Legge di Bilancio o di Stabilità: dava semplicemente la possibilità di sbloccare gli stipendi o di garantire una boccata d’ossigeno alle aziende che avanzavano quattrini della Regione. Ritenevamo che le poche norme inserite all’interno del documento fossero facilmente approvabili, dato che anche le opposizioni avevano concorso a costruirle… Non mi spiego perché anche loro, approfittando di due assessori al bagno, abbiano deciso di votare contro”

Però Catalfamo ha detto di non ritenerla più un suo interlocutore.

“Ma io non sono un interlocutore per conto del governo. Io sono il capogruppo di Diventerà Bellissima e non voglio sostituirmi a nessuno. Forse è stata detta una frase in più, ma non c’è alcun problema. Fa parte della dialettica politica, ci siamo già chiariti e i rapporti sono distesi”.

E’ un fatto positivo l’ingresso della Lega in Assemblea?

“Riteniamo che il gruppo parlamentare della Lega sia un valore aggiunto. Anche Salvini ha dato il suo imprimatur alla formazione della coalizione, mostrando gradimento rispetto alla candidatura di Musumeci. Per questo può essere considerato un socio fondatore. Oggi siamo di fronte a una Lega molto più matura, che comincia ad avere grande attenzione per le problematiche del Sud. I sondaggi parlano chiaro, è il primo partito d’Italia, e ha avuto bella affermazione in Emilia-Romagna e Calabria”.

Cracolici, del Pd, ha detto che Musumeci è il peggior presidente della Regione da quando esiste l’elezione diretta.

“E’ un’affermazione che non merita risposta. Se oggi il governo Musumeci sta costruendo le basi per un rilancio dell’azione amministrativa, è perché il governo Crocetta ci ha lasciato in eredità uno sfacelo. Lo ha certificato anche la Corte dei Conti. Eppure, rispetto alla precedente legislatura, abbiamo 700 milioni in meno di indebitamento…. Musumeci è un governatore che non ama gli annunci né la politica del “farò”, ma cerca di rispondere con i fatti. Se Crocetta fosse stato un buon presidente e Cracolici un buon assessore, penso che avrebbero vinto le elezioni. Ma i siciliani si sono fatti un’idea diversa”.

Ma una delle critiche mosse a Musumeci, è questo rivangare il passato per giustificare una macchina che procede a rilento.

“Il passato sta pesando tantissimo. Ricorda gli annunci di Crocetta sull’abolizione delle province? Bene, lo stiamo scontando con una viabilità interna disastrosa e non al passo coi tempi. Grazie a un’interlocuzione col governo nazionale, abbiamo sbloccato 500 milioni di investimenti – che sono soldi veri – per i liberi consorzi e le tre città metropolitane. Grazie al governo Musumeci abbiamo approvato una rete ospedaliera ferma da anni. Grazie al nuovo contratto siglato con l’Università di Pittsburgh per l’Ismett-2 e il Rimed a Carini, avremo investimenti per centinaia di milioni. La stessa cosa vale per il nuovo ospedale Villa Sofia-Cervello di Palermo e, se tutto va come deve, gli uffici della Regione si trasferiranno in un centro direzionale che ci permetterà la razionalizzazione dei fitti passivi e delle proprietà immobiliari. E’ stata approvata la legge sull’autorità di bacino dopo un’attesa di trent’anni e abbiamo fatto numerosi interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. Se poi l’opposizione vuole ridurre tutto ad Ambelia e alla Coppa d’Assi, vabbè, affari loro. Mi sembrano argomenti un po’ poveri”.

A proposito di province. Con il disegno di legge in discussione all’Ars (ma bocciato ieri in commissione) , ci sarà il quattordicesimo rinvio per le elezioni di secondo grado negli enti d’area vasta.

“Vede, la riforma delle province è nata da un’intervista di Crocetta in tv da Giletti, ed è stata decisa fuori dai luoghi adatti per avanzare questo genere di proposte. E’ stata spacciata come la riforma del secolo: niente di più falso. Il nostro gruppo parlamentare non ha sottoscritto il famoso emendamento per rinviare le elezioni, che la quasi totalità dei gruppi parlamentari condivide. La nostra idea era quella di andare al voto e non rinviare un bel niente. Ma se si dovesse votare ad aprile, a molti dei comuni impegnati con le Amministrative a giugno verrebbe negata la possibilità di essere elettori passivi. Ci sono anche un paio di capoluoghi di provincia, Enna ed Agrigento, che non potrebbero aspirare alla guida dei consorzi che rappresentano. Ecco perché – magari – votare tra qualche mese non è un’idea malvagia”.

Alcuni grillini dell’Ars, scatenando un polverone interno, si sono detti disposti ad appoggiare alcuni provvedimenti del governo. Come valuta questa apertura?

“Sintomo di grande intelligenza e maturità. Se fossi all’opposizione non vorrei altro che il governo al quale mi oppongo accettasse le mie richieste. Perché dire “no” su idee e temi che anche loro hanno portato avanti in campagna elettorale? Musumeci più volte ha fatto appello alle opposizioni per condividere alcune riforme come quella sui rifiuti, che fra l’altro è stata stoppata dopo un accordo bipartisan in commissione. L’idea di sconfiggere il governo in aula, da sola, non basta. Io sono stato il primo ad ammettere, provocando lo stupore di tanti, che non avevamo una maggioranza certa, perché la legge elettorale non ce l’ha consentito. E il presidente almeno tre volte ha fatto appello alle forze d’opposizione per condividere percorsi legislativi e di riforma. Per il bene della Sicilia, sia chiaro. Non vedo come possa essere considerato un problema”.

Ma i Cinque Stelle hanno esaurito la loro spinta propulsiva. Si votasse domani, anche in Sicilia avrebbero lo stesso crollo registrato in Calabria?

“In Sicilia credo che possano avere percentuali superiori. In alcuni collegi, alle ultime Politiche, hanno superato il 50%. Credo siano lontani da quelle cifre,  ma non hanno più i numeri per garantirsi candidature autonome e vincenti. Ritengo che molti grillini si ricollocheranno all’interno delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra. Forse stanno pagando lo scotto del passaggio da forza di opposizione a forza di governo. I loro elettori non gli hanno perdonato il fatto che, pur di governare l’Italia, scelgano di farlo una volta la Lega e l’altra col Pd”.