L’idea di Musumeci, un controemendamento per ripristinare le elezioni di secondo grado nelle ex province, è al vaglio della politica siciliana. Ma da più fronti arrivano perplessità di fronte alla proposta del governatore. Ad esempio da parte di Antonello Cracolici, deputato regionale del Pd: “Nel regolamento dell’Ars c’è una regola che dice che nella stessa sessione non si può votare su una cosa per cui l’Assemblea si è espressa”. E ci sarebbe anche un’altra ragione secondo l’ex assessore all’Agricoltura che rende la pista impraticabile: “La legge deve essere pubblicata, altrimenti come si può modificare, quella norma? Al momento – ha proseguito Cracolici – esiste solo un voto e l’Ars non può abrogare un voto. Spesso si farebbe meglio ad approfondire prima di fare dichiarazione che creano confusione”. Persino il vicepresidente dell’Ars, Roberto Di Mauro, ha avanzato qualche dubbio: “Le leggi in una sessione non si possono cambiare. Bisogna chiudere una sessione e farne un’altra. In fondo è un fatto tecnico. Si può fare tutto: basta fare una conferenza dei capigruppo così da aprire una nuova sessione”. Bisogna, quindi, modificare il calendario dei lavori o sarà impossibile annullare la precedente decisione dell’assemblea. Una terza via la indica il deputato di Forza Italia Stefano Pellegrino, componente della commissione Affari Istituzionali: “La questione – ha spiegato – va risolta con un progetto normativo completo, piuttosto che con un emendamento che in questo caso andrebbe nella legge sulla Pesca. Così sarebbe fatto l’opportuno passaggio nella prima Commissione. Devo costatare invece che sia la prima Commissione che l’assessore agli enti locali siamo stati scavalcati da questo voto dell’Assemblea. Certamente però – ha concluso il forzista – non sarebbe rispettata la data di giugno e si potrebbe riuscire a fissare la data delle elezioni per settembre e ottobre”.