La prima al cinema se l’immaginavano un po’ diversa. Ma non sono di quelli che si abbattono. Antonio Tony Matranga ed Emanuele Minafò, palermitani come Ficarra e Picone, debuttano sui grandi schermi. In realtà il loro film si chiama “Un pugno di amici”, è distribuito da Lucky Red, ma dal 20 maggio è trasmesso su Amazon Prime, dato che i cinema sono ancora chiusi per il Coronavirus. Passati dalla fucina di Sicilia Cabaret e Made in Sud, questi due ragazzi hanno raccontato al Corriere della Sera la loro prima volta: “Estate 2005, villaggio Capo Alaua di Gioiosa Marea, Messina. Uno spasso. La gente ci seguiva come fossimo Franco e Ciccio. Scoprimmo di capirci al volo. E intorno a noi si creò un gruppo che non ci ha più abbandonato”.

Dopo tanta strada l’entusiasmo è quello di sempre. “Un pugno di amici” è la storia è quella di quattro amici un po’ sgangherati che organizzano una rapina con la speranza di risolvere tutti i loro problemi, ma dopo una serie di disavventure saranno costretti a una precipitosa fuga da cui avranno inizio tutti i loro problemi. Tra situazioni comiche e sketch esilaranti i ragazzi dovranno sperimentare nuovi sistemi per sbarcare il lunario. Sulle loro tracce anche il nuovo commissario della squadra di polizia Maurizio Casagrande, che per riuscire nella sua missione dovrà riuscire a collaborare con i discutibili componenti della sua squadra. Le riprese sono ambientate all’Isola delle Femmine e Termini Imerese.

“Abbiamo voluto non esagerare con la comicità per non sopraffare il lato pulp della storia dove anche il valore dell’amicizia viene fuori, un sentiment che volevamo che arrivasse, infatti anche l’improvvisazione c’è stata ma dosata” raccontano Emanuele e Tony che hanno presentato il film con una call conference. Ai villaggi turistici dobbiamo molto – raccontano al Corsera – Erano 90 giorni di show. L’allenamento ideale per gli spettacoli in teatro durante l’inverno”. Dopo “Un pugno di amici” hanno già un altro obiettivo in mente: “Partiremo dalla Sicilia ma sarà una storia universale. Un film corale come quelli di Gabriele Salvatores, Marrakech Express e la trilogia della fuga. Descriveremo il Paese alle prese col dopo-crisi”.